Mobilitazione dei feltrini per aiutare padre Vittorio

FELTRE. I feltrini raggiunti dal passaparola che il padre missionario nelle Filippine Vittorio Cavallaro è sopravvissuto al tifone Haiyan, sono pronti a mettere in moto una catena di solidarietà. Tanti amici e benefattori che appoggiano le attività del settantatreenne Canossiano a Jipapad si sono fatti avanti ieri mattina, quasi istintivamente, e qualcuno ha già consegnato una busta con 100 euro. A fare da tramite è Giuseppe Nilandi, che da sempre gestisce il conto corrente intestato al frate dove confluiscono i fondi raccolti da qui e che in questi giorni sta tenendo i contatti con la Farnesina per gli aggiornamenti della situazione, in attesa di parlare direttamente con padre Cavallaro, ancora irraggiungibile al telefono.
«Ho voluto fare una verifica», racconta Nilandi, che ieri mattina ha chiesto all'Unità di crisi del Ministero degli esteri una relazione più precisa sulle condizioni del frate, «visto che non si conosceva la fonte da cui è arrivata la notizia che padre Vittorio è vivo. Il padre generale dell'ordine in visita a Manila non sapeva ancora niente e nemmeno le congregazioni di Roma, così mi hanno detto che avrebbero approfondito», racconta. «E quando mi hanno richiamato dall'Unità di crisi, hanno dato ulteriore conferma che padre Vittorio sta bene. Lo hanno saputo dalla conferenza episcopale dei vescovi filippini, che ha contatti a Borongan (la città sulla costa, capoluogo della provincia di Eastern Samar, dove il padre Canossiano si è spostato una volta lasciata la missione nella foresta di Jipapad dopo la pensione)».
Adesso però in quelle zone ci sono grossi problemi di alimentazione, considerando che anche le piante da frutto e la palme da cocco sono state spazzate via dalla furia del tifone. Per spedire generi di prima necessità con i container però servono mesi e i costi sono molto alti, non ci sono mezzi di trasporto via terra e l'eliporto aperto per l'atterraggio degli elicotteri con i viveri a Tacloban è lontano da dove si trova il missionario feltrino.
«Ci muoveremo sicuramente», assicura Nilandi. «Ma la cosa migliore per farlo, per il momento, è usare il conto corrente che gestisco a Feltre, attraverso il quale padre Vittorio riceve direttamente i soldi nel giro di un paio di giorni. Così siamo sicuri che il denaro arrivi in tempi brevi e lui può spenderlo nel modo migliore, prima però bisogna sapere se la banca sul posto è ancora funzionante. Mi hanno chiamato gli amici per dire di fare qualcosa e una persona mi ha già dato 100 euro che depositerò aspettando di parlare direttamente con lui e di avere il canale libero per il versamento».
E mentre proseguono i tentativi per rintracciare padre Vittorio Cavallaro, i suoi parenti nel paese nativo di Colselve, in provincia di Padova, tirano un sospiro di sollievo dopo giorni di apprensione, quando era ancora disperso: «Siamo contenti di sapere che è vivo. È impossibile contattarlo, per adesso, visti i problemi di comunicazione, ma l'importante è sapere che sta bene», racconta la cognata Paola Girotto, moglie di Pietro Cavallaro, uno dei fratelli di padre Vittorio (in tutto sono sette, quattro maschi e tre femmine). «Siamo in attesa di sentirlo, almeno con un sms, una cosa semplice. Abbiamo pensato parecchio a lui, ogni giorno, ci siamo messi tanto in allerta, ma adesso siamo più tranquilli. È un sollievo sapere che sta bene».
Anche i padri Canossiani sono in attesa di notizie più dettagliate dalle Filippine: «Sappiamo solo che non ha avuto danni personali», fanno sapere i confratelli di Feltre. Dalla sede principale di Verona il messaggio è lo stesso, pieno di sollievo: «Dalla Farnesina hanno comunicato che è in vita, ma aspettiamo di saperne di più. I padri residenti a Jipapad sono tutti in vita». Dalle Filippine, i canossiani hanno definito «veramente spaventoso» il tifone Haiyan che ha preso in pieno l'isola di Samar. Quanto alla missione, «per fortuna si trova un po' all'interno, c'è anche una collina che fa da riparo e si è salvata. Non sappiamo però in quali condizioni si trovi e quali danni abbia subito. Ma la devastazione deve essere grande per tutti quei villaggi, anche se sono un po' protetti dalla zona montagnosa. Aspettiamo con ansia notizie più precise».
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