Lamon, l’addio a Riccardo: «Il tuo sorriso era la bellezza della vita»

Nell’omelia il vescovo Renato Marangoni ha sottolineato la necessità di capire il bisogno dei giovani di essere amati, protetti e rispettati

Laura Milano
Una foto del funerale
Una foto del funerale

Pareva la bara di un bimbo che si prepara a crescere, quella in legno chiarissimo di Riccardo Gaio riposta ai piedi dell’altare e inondata di fiori, in attesa di un ultimo saluto silenzioso che si è rivelato partecipatissimo: compagni di scuola vecchi e nuovi erano tutti in chiesa, ieri, per condividere il dolore della famiglia colpita dalla morte atroce di un figlio ammazzato dal padre.

Ma anche per ascoltare, tutt’intorno a una madre e a una sorellina e ai nonni straziati dal dolore, un messaggio di speranza dalla viva voce del vescovo Renato Marangoni che ha presieduto l’eucaristia e che prima di pronunciare l’omelia ha fatto sentire con affetto non formale la sua presenza ai familiari di Riccardo.

Per i funerali si è riunita l’intera rappresentanza dell’unità pastorale che unisce le parrocchie di Lamon, Arina e San Donato, come ha fatto notare il parroco don Ivone Cavrero.

Fra i tanti, erano presenti presidi e insegnanti dei vari livelli scolastici, esponenti del Comune a partire dal sindaco Loris Maccagnan con la fascia tricolore e una cospicua presenza di forze dell’ordine che se da un lato hanno dovuto presidiare la cerimonia, dall’altro non hanno mancato di onorare, con una sorta di picchetto d’onore, il corteo funebre scortato fino al cimitero ove la salma è stata inumata.

«Nel cuore della celebrazione della Pasqua con le nostre campane che risuonavano per la Resurrezione, Lamon è precipitata un abisso di dolore», ha esordito il vescovo Renato. «Quando il parroco mi ha inviato la fotografia di Riccardo, mi è sembrato di cogliere nei suoi tratti un’estrema delicatezza come quella di un germoglio esile e titubante che guarda oltre, lontano, come a scorgere una compagnia, un’amicizia».

«Nella foto Riccardo ci ha donato un sorriso e così ci ha sorpreso manifestandoci la verità e la bellezza della vita, ma anche il suo bisogno di essere amato, protetto, rispettato e atteso nei suoi tempi di crescita e di maturazione. Dobbiamo avere tutti il coraggio di guardare negli occhi i giovani nella stagione primaverile del loro crescere».

Un monito alla comunità che non può ignorare “le lacrime di un adolescente”: «Oggi ci siamo stretti in solidarietà di preghiera per la mamma, la sorella, i nonni e i familiari di Riccardo. Ma è da qui che deve palpitare la comunità civile, nessuna vicenda familiare, nessun fatto individuale deve rimanere estraneo a una comunità che deve saper cogliere la fiducia di ricostruire, senza alcuna pretesa di competenza su tutto né tantomeno di giudizio su situazioni tanto complesse e tanto tragiche».

Il presule ha poi idealmente consegnato questa giovane vita spezzata fra le braccia di papa Francesco: «Vogliamo pensare che lui, che ti ha preceduto nella morte terrena, ti abbia donato all’amore più grande». All’uscita del feretro, anche il saluto del comandante della compagnia carabinieri di Feltre, capitano Caminiti.

Il lutto cittadino per i funerali di Riccardo, era stato preceduto dal Rosario della veglia alla quale si sono uniti, nella stessa sede religiosa, il parroco dell’altopiano e il sindaco Loris Maccagnan. In questo momento di grande commozione e condivisione del dolore civile il parroco don Ivone ha letto ampi brani del romanzo di Charles Péguiy “I mistero dei santi innocenti” dove la speranza è simbolicamente colta come “piccola gemma da proteggere perché senza di essa l’albero non può crescere”.

La linea di pensiero comune a laici e religiosi è che “nonostante quanto di orribile sia successo bisogna far crescere la speranza”, ha ribadito don Ivone. E il sindaco Maccagnan ha sottolineato come anche da un’esperienza brutta ci si possa risollevare per capire e cercare il bene. Specie se con l’aiuto, la vicinanza e l’affettuosa condivisione da parte di una popolazione coesa.

 

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