«Lascio mamma Eni dopo più di 46 anni»

BELLUNO. La pompa al chiodo. Dopo 46 anni, due mesi e dieci giorni. È andato in pensione Arturo Speranza, lo storico gestore del distributore di carburante Eni di via Vittorio Veneto. Aveva...

BELLUNO. La pompa al chiodo. Dopo 46 anni, due mesi e dieci giorni. È andato in pensione Arturo Speranza, lo storico gestore del distributore di carburante Eni di via Vittorio Veneto. Aveva cominciato con il padre Emilio, quando la benzina si chiamava Supercortemaggiore e poi è diventata Agip. Ma il simbolo è sempre stato il cane a sei zampe, che sputa fuoco, come un drago. La chiusura dell’impianto risale al 19 dicembre, ma nel frattempo Speranza non ha mai rinunciato al salto quotidiano, sul posto di lavoro di una vita. Era lì anche ieri mattina e non perché avesse bisogno di fare colazione nel bar allegato, che ha un’altra gestione e rimane regolarmente aperto: «Ho passato qui dentro la maggior parte della mia esistenza», sottolinea con una punta di emozione, «e ne ho serviti chissà quanti di clienti bellunesi e di passaggio, anche quando nelle aree di servizio è spuntato il self service. È vero che ho già un po’ di nostalgia di quello che ho fatto solo fino a pochi giorni fa, allo stesso tempo credo di essermi meritato il vitalizio, dopo un periodo così lungo. Prima come dipendente e poi da gestore in prima persona. Ho sempre fatto del mio meglio, anche quando si trattava di spiegare ai clienti gli aumenti ».

Il baffo trema e gli occhi non possono ancora incrociare i due cartelli: sulla porta a vetri della cassa, c’è scritto impianto chiuso fino al 19 dicembre 2014 e sul dispositivo dell’iperself “prodotti esauriti”. Non c’è più nemmeno una goccia di benzina verde o di gasolio. Prosciugate le cisterne e più viste le autobotti. E non ci sono nemmeno eredi disponibili a raccogliere l’eredità: «Ho dei figli, ma hanno deciso di prendere delle altre strade. Non sono per niente interessati a questo tipo di attività, ecco perché devo per forza chiudere e ho quasi l’obbligo di confessare che mi dispiace tantissimo. C’è una spiegazione se sono spesso qui, come se dovessi ancora lavorare».

La pompa come un cordone ombelicale. Non è per niente un paragone blasfemo, anche se potrebbe sembrarlo. Lo capisci chiaramente quando gli chiedi quanto tempo dovrà trascorrere prima di poter ripassare a fare rifornimento: «Deciderà direttamente mamma Eni, questa è l’unica certezza che ho. Ma ci vorranno almeno due mesi d’inattività, in linea di massima. Bisognerà trovare un altro acquirente e non è mai facile, a maggior ragione in un periodo di crisi economica. Un conto è trovare dei dipendenti in cerca di lavoro e un altro dei gestori veri e propri. Intanto, il mio tempo qui è finito».

Gigi Sosso

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