«Lascio il Caffè Tiziano ma non mollo: apro un’altra attività qui a Pieve di Cadore»

Pompanin conferma che domani sarà l’ultimo giorno, giovedì ridarà le chiavi all’ufficiale giudiziario E polemizza con la Magnifica: «Chi avrà il coraggio di rilevare il locale si prenderà una scatola vuota»
- La sede della Magnifica Comunita' di Pieve di Cadore
- La sede della Magnifica Comunita' di Pieve di Cadore

PIEVE DI CADORE. Tutto confermato: il Gran caffè Tiziano chiude i battenti. Non domenica, ma lunedì; ossia dopo aver svolto per l’ultima volta la funzione ricettiva a supporto del tradizionale mercato settimanale. Lo annuncia il gestore Stefano Pompanin.

«Domenica saremo aperti, lunedì pomeriggio inizieremo a smontare bancone e cucina, giovedì mattina le chiavi del locale torneranno nelle mani dei legittimi proprietari».

Proprio giovedì alle ore 12 è prevista la “visita” dell’ufficiale giudiziario incaricato di ritirare le chiavi del locale in via bonaria, evitando così quel recupero forzoso più volte annunciato ma mai divenuto esecutivo.

«In questi ultimi mesi sono stato messo costantemente in cattiva luce, da solo contro tutto e tutti», commenta Pompanin da dietro quel bancone che per dieci anni è stato la sua seconda casa, «me ne vado a testa alta, certo di aver fatto tutto quello che era nelle mie possibilità. Nei dieci anni di gestione se ne sono andati in fumo tanti soldi, un milione di euro. Ricordo che quando sono entrato qui dentro non c’era nulla, sono serviti otto mesi prima di poter inaugurare il locale. Otto mesi di lavori durante i quali, nonostante il bar fosse chiuso, ho pagato ugualmente l’affitto. Questo però nessuno lo dice. Il primo gennaio del 2007 ho firmato un contratto d’affitto di un’azienda che tutto era tranne che un’azienda. L’inaugurazione è stata fatta il 4 agosto dello stesso anno».

Tanti anni sulla cresta dell’onda, poi gli ultimi tre di crollo tanto inesorabile quanto verticale.

«Quando ho deciso di rilevare il Tiziano, Pieve viveva un periodo sfarzoso. Era appena stata rifatta la piazza, anche il parco del Roccolo era stato ammodernato ed in centro era un pullulare di locali molti dei quali nuovi», prosegue Pompanin, «oggi tutto questo è solo un ricordo ma si preferisce fare finta di niente puntando il dito contro il sottoscritto. Il mio rammarico più grande è non essere riuscito a stabilire un dialogo con i vertici della Magnifica, proprietaria del locale. L’ultimo strappo c’è stato quando ho proposto loro di rilevare il bancone del bar ad una cifra ragionevole. Di contro ho ricevuto una controproposta denigrante, impossibile da accettare se non altro per dignità personale. Per non parlare di un muro in cartongesso sul quale la Magnifica si era detta pronta a intervenire in qualche maniera ma che, a distanza di tanti anni, è ancora lì com’era all’inizio».

Non solo Magnifica, Pompanin ne ha per tutti; compresi quei commercianti di Pieve che, direttamente o indirettamente, hanno puntato il dito contro la gestione del Caffè Tiziano.

«Sono stato accusato di concorrenza sleale, ma cosa significa? Sfido chiunque a trovare una delle attività commerciali di Pieve in utile, escluse quelle che non devono pagare l’affitto. A Pieve nessuno investe un centesimo da anni, si tira esclusivamente a campare. Ma io non mi arrendo, sono pronto a ripartire con una nuova attività, sempre a Pieve dove vivo con la mia famiglia. Che ne sarà del Tiziano non lo so e non m’interessa; ma chi avrà il coraggio di rilevare questo locale si ritroverà una scatola vuota tra le mani che necessita di corposi investimenti».


 

Argomenti:caffè tiziano

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi