L’amore di Byron per gli armeni

Una pagina di storia poco conosciuta nell’ultimo libro di Vartanian

BELLUNO. «La storia raccontata nelle pagine di questo libro ha un valore aggiunto, soprattutto con l’inizio delle commemorazioni mondiali del centenario di quello che è stato il primo genocidio in epoca moderna. Tali pagine intendono raccontare al lettore ciò che furono gli armeni nei venticinque secoli della loro storia, e ciò che ancora sono, con la conservazione di molte loro tradizioni, non solo nella Repubblica caucasica che ancora li accoglie, ma anche nelle diverse comunità della immensa diaspora mondiale che li ha accolti e salvati dall’odio omicidio degli anni della follia».

Queste le parole che Azad Vartanian usa per descrivere il suo ultimo lavoro. Un libro in cui, come l’autore bellunese fa ormai da vent’anni, parla del popolo armeno, sterminato dai turchi nel 1915.

E questa volta ne parla recuperando una parte della storia che pochi conoscono e che non è mai stata raccontata, vale a dire quella del grande amore che lo scrittore e poeta inglese George Gordon Byron nutriva per la cultura armena.

Non a caso, il titolo dell’ultima libro di Vartanian è “L’isola segreta di Lord Byron”, che gode della premessa di Gian Antonio Stella e della postfazione di Elia Kilaghbian. «Byron fu il poeta inglese che più assurse a icona letteraria del Romanticismo», ricorda Vartanian. «Libertino, avventuriero, grande viaggiatore e amatore, nonché rivoluzionario. Un giorno raggiunse casualmente a nuoto l’isola di San Lazzaro, nella laguna veneta, dove conobbe il fulcro mondiale della cultura armena gestito dai padri armeni seguaci di Mechitar di Sebaste». Da quel momento Byron inizio a frequentare giornalmente per oltre tre mesi quei religiosi dei monti del Medio Oriente, che lo istruirono sui segreti della loro storia e cultura, oltre che su quelli del monastero di San Lazzaro.

«Byron fu coinvolto a tal punto che, quando se ne andò, lasciò una parte del suo cuore in quel luogo», aggiunge Vartanian. «In Grecia parteciperò poi alla lotta per la liberazione dall’oppressione dei turchi ottomani. Lì Byron perse la vita a soli 36 anni». Insomma, Vartanian non parla del Byron donnaiolo e libertino di cui più spesso si è scritto, ma dell’uomo che riuscì a imparare la lingua armena in pochissimo tempo e che scrisse anche il primo dizionario italiano-armeno. La passione dello scrittore bellunese per il popolo armeno si è anche meritata ben 4 pagine, corredate di foto da lui stesso scattate, nel numero di luglio 2014 della rivista del Cai nazionale “Montagne 360”.

“Ararat sul monte dell’arca” il titolo del contributo di Vartanian, che ricorda che il 25 aprile 2015 sarà commemorato il centenario del genocidio degli armeni. Intanto la prossima presentazione di “L’isola segreta di Lord Byron” è in programma per il 5 settembre a Cortina. Seguiranno serate nel Feltrino. «In autunno», sottolinea Vartanian, «incontrerò il principe Alberto di Monaco». (m.r.)

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