La mano dell’operaio finisce nel tornio titolare condannato
ALPAGO. Una mano nel tornio della Serman. Un’operazione di lucidatura con la carta vetrata che l’operaio infortunato avrebbe anche potuto non fare, tanto più che non era prevista dal documento di valutazione dei rischi. Eppure l’imprenditore Pierluigi De Cesero è stato condannato per lesioni personali colpose dal giudice Scolozzi. Sono 30 giorni di reclusione, più il pagamento delle spese processuali, convertiti in una pena pecuniaria di 7 mila 500 euro. Un mese anche per la stesura delle motivazioni, considerata la complessità.
La procura della Repubblica aveva chiesto proprio la condanna con il pubblico ministero Faion, mentre il difensore Casciarri ha tentato di arrivare a una sentenza di assoluzione perché il fatto non costituisce reato. A sentire lei, l’infortunato nell’azienda, che era situata nella zona industriale di Paludi, era un tornitore altamente specializzato, che sapeva benissimo di non doversi avvicinare a questa attrezzatura con abiti svolazzanti. Illustrato il curriculum, il legale ha aggiunto che quell’operazione utile a rendere un pezzo più lucido e bello non era richiesta. De Cesero non ha chiuso alcun occhio, tanto meno sulla sicurezza e andava in giro per l’azienda a fare i necessari controlli. Non aveva previsto l’operazione fatta dal tornitore e pensava di non doverne rispondere in sede penale.
Non l’ha vista alla stessa maniera la procura della Repubblica, sulla base dei rilievi portati a termine dallo Spisal e soprattutto il giudice Scolozzi, che in definitiva ha pronunciato una sentenza di condanna. (g.s.)
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi