La guerra fredda nel Bellunese: difese in Comelico, Cansiglio e Grappa

Iil sindaco di Seren, Dario Scopel vuole trasformare ciò che resta delle opere «in siti di pace e turistici»

SEREN DEL GRAPPA. Dal passo Monte Croce Comelico al Cansiglio, passando per il Grappa, anche la provincia di Belluno è stata costretta a dare il suo contributo alla guerra fredda che si è conclusa con la caduta del muro di Berlino, 30 anni fa.

Sul confine tra il Comelico e l’alta Val Pusteria, nel dopoguerra alcune opere difensive costruite inizialmente per difendersi da un’invasione tedesca, vennero riutilizzate dall’esercito italiano durante gli anni della Guerra Fredda, quindi in un contesto più ampio, sotto la guida della Nato.

E solo nel 1992 questo sbarramento venne definitivamente dismesso.

Data la sola presenza di due opere con armi anticarro, nel 1976 lo sbarramento venne potenziato. Numerose altre le postazioni dal Cadore in giù.

Ma per trovare i missili bisogna salire sul Cansiglio. Al centro dell’altopiano, in comune di Alpago (al tempo Farra) era piazzato il 59° gruppo IT del 16° stormo IT della 1ª brigata aerea dell’Aereonautica Militare italiana. Brigata organizzata con una caserma a Vittorio Veneto, la Tandura, un’area di lancio in Pian Cansiglio e un’area di Controllo sul Monte Pizzoc (m. 1570).

Il Gruppo è stato dismesso nel 1979.

I missili presenti erano i Nike Hercules, che potevano essere attrezzati sia con testate convenzionali che con testate nucleari. In questo caso le testate venivano custodite nelle aree di lancio. E, infatti, in Cansiglio ci sono ancora i bunker.


Tra il 2008 ed il 2010, in occasione dei raduni di San Martino di ambientalisti ed alpinisti una bambina, Sonia de Savorgnani, ripetendo il gesto di 30 anni fa a Berlino, picconò la base radar sul Pizzoc e la caserma Bianchin al centro della Piana. Da lì a poco tempo i due insediamenti furono demoliti.

Sul Pizzoc è stata realizzata la “piazza della pace”, sulla base di lancio, in Piana, Veneto Agricoltura ha salvato l’ultimo hangar e l’ha trasformato in un laboratorio di cultura e, specificatamente, in un auditorium.

Intanto, dall’altra parte della provincia si sta smantellando la base Nato sul Grappa, che si trova in comune di Pieve del Grappa ma per una parte anche in territorio di Seren del Grappa. In settembre sono stati asportati gli elementi in amianto, la prossima primavera si procederà con la demolizione.

«Questa era una postazione radar, mentre i missili Nike Hercules sarebbero stati lanciati da tre piste sul monte Forcelletto, a quota più bassa, in Comune di Seren e di Valbrenta», spiega il sindaco Dario Scopel. «I missili sul Forcelletto portavano testate convenzionali; solo una pista era attrezzata per quelle nucleari, ad uso degli americani, che però custodivano in gallerie nel Vicentino».

«Questi luoghi di guerra», spiega ancora il sindaco, «vogliamo trasformarli in siti di pace, di attrattività turistica, in modo di aumentare del 10% la quota annua di visitatori, che oggi sono 900 mila; noi vorremmo raggiungere il milione».

A disposizione ci sono ben sei milioni, di cui due della Regione Veneto; la demolizione costa 300 mila euro. La quota restante verrà investita in ulteriore sviluppo.

Sarà in particolare restaurata una galleria che dalla caserma Milano, sulla cima del Grappa, conduce fino al portale Roma, da cui si potrà scendere lungo la famosa “Eroica”.

All’orizzonte, dunque, un turismo culturale e specificatamente naturalistico che, però, attingerà suggestioni dalla memoria di una immane tragedia. —


 

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