«La giunta Franceschi svende il paese»

CORTINA
«Un programma di speculazioni edilizie». Così i consiglieri di minoranza definiscono il recente accordo di programma siglato tra Regione e Comune di Cortina. I cinque consiglieri di “Cortina Dolomiti” (Enrico Valle, Gianpietro Ghedina, Lujigi Alverà e Roberto Gaspari) e “Cortina oltre il 2000” (Michele Dimai) hanno espresso tutto il loro disappunto sull'operazione: «L'annuncio trionfalistico sugli investimenti per 150 milioni di euro», spiegano i consiglieri, «ci ha incuriosito, perché in cinque anni né in commissione, né in consiglio, si è mai parlato di investimenti sulle aree interessate dall'accordo. Ci sono solo due documenti molto vaghi, due delibere di giunta comunale, una della primavera 2010, l’altra della primavera 2011, che delineano i progetti. A distanza di un anno c'è poi la delibera della giunta regionale, che modifica una serie di parametri indicati dall'amministrazione comunale: nel polo culturale in zona stazione, ad esempio, il parcheggio dai previsti 2mila si riduce a 550 posti auto, l'auditorium da 800 posti diventa da 500».
Le opere da realizzare su Cortina sono il polo culturale in stazione, con annessi centri commerciali e alberghi; un villaggio dello sport nell’area della pista da bob, che sarà riaperta, e una nuova piscina in zona stadio.
Non sono tanto le opere a far imbestialire le minoranze, ma i volumi che i privati andranno a realizzare, dato che le opere verranno fatte con la formula del progetto di finanza: le ditte costruiscono opere e in cambio le gestiscono un periodo, oltre ad avere la possibilità di realizzare negozi, alberghi o case.
«Da alcuni conteggi fatti», dicono quelli dell’opposizione, «si può stimare che nella zona della stazione siano edificati 33mila metri cubi, nella zona di Guargnè 26mila (quasi il doppio dell'attuale piscina) e 30mila metri cubi, di cui quasi 7 mila di residenziale, nella zona di Gilardon, che il Comune cede in cambio di alcune di queste opere ci saranno altri . Già, perché tra le varie destinazioni dei volumi, compare infatti quella residenziale, soprattutto in zona stazione. Se questa è l'operazione che anticipa il Piano di assetto del territorio, questo sconosciuto di cui nulla ancora si sa, ci spaventa provare a capire cosa sia stato inserito nel Pat».
«Questa è un'operazione faraonica» , tuonano i cinque consiglieri, «che non partirà nel 2013, visti i tempi burocratici, e che svende il paese a gente da fuori, sopprimendo l'economia locale. Basti un esempio: se in stazione verranno realizzati uno o più centri commerciali, gli storici negozi di Corso Italia perderanno guadagni notevoli. Non si può dire per anni che si è contro le speculazioni, fermare un apiario, bloccare gli ampliamenti e poi permettere ad altri di realizzare volumi e di gestirli». «Con il Piano casa», concludono, «l'amministrazione ha messo dei vincoli metrici secondo i quali una famiglia di tre persone non può nemmeno farsi un bagno in più, e ora si dà adito a colate di cemento che verranno fatte da gente di fuori. Ancora iniziative azzardate di questa giunta, che ha chiuso pista di bob, piscina e ufficio postale in centro, ha cacciato il concorso ippico, sta conducendo una fallimentare e costosissima campagna per i mondiali 2017 e soprattutto ha bloccato il motore delle opere pubbliche».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi