La “Corsa dei ceri” compie cento anni
Il 5 e 6 agosto arriveranno mille eugubini per ricordare l’unica “trasferta” della loro manifestazione
Di Lara Loreti e Giulio Corsi
LIVINALLONGO. Tutto pronto a Livinallongo per la cerimonia in occasione del centenario della “Corsa dei ceri”, prevista per sabato 5 e domenica 6 agosto. Attesi oltre mille eugubini, che saliranno ai piedi del Col di Lana per ricordare l’unica volta in cui la loro storica manifestazione, che si tiene ogni 15 maggio, fu consumata fuori dalle mura della città.
Correva l’anno 1917 quando, in pieno conflitto mondiale, i soldati eugubini impegnati proprio sul fronte del Col di Lana, improvvisarono una “Corsa dei ceri”, allora vietata dalle autorità a causa della guerra, a Pian di Salesei, dove ora sorge l’ossario che raccoglie le spoglie di oltre 5 mila soldati.
Un evento storico del quale nessuno a Livinallongo era a conoscenza. Ma che non è stato ovviamente dimenticato dagli eugubini, che nel 2007 lo ricordarono proprio a Pian di Salesei con una cerimonia in occasione del 90° anniversario. Fu in quell’occasione che l’allora sindaco Gianni Pezzei lanciò l’idea di un gemellaggio tra i due comuni, concretizzatosi quattro anni fa.
E proprio del segno di questo legame i comuni di Gubbio e Livinallongo, il locale gruppo alpini Col di Lana, l’associazione “Eugubini nel mondo” e le “corporazioni” che danno vita alla Corsa dei ceri sono al lavoro da oltre un anno per organizzare il tanto atteso centenario di quella che verrà sempre ricordata a Gubbio come “Una corsa in guerra”.
Il programma di eventi è già pronto e richiamerà nella vallata fodoma oltre mille eugubini. Nei giorni scorsi intanto, gli abili falegnami della città umbra hanno già portato a Pian di Salesei le copie dei ceri che avevano costruito i soldati nel 1917 e che saranno collocati nella cappella dell’ossario. Per riprodurre una ricostruzione fedele di quei ceri a Gubbio non hanno lasciato niente al caso. Partendo da una foto dell’epoca, alcuni studiosi sono risaliti, tramite i documenti degli archivi militari, alle caratteristiche fisiche di uno dei soldati che compare nell’istantanea. Da questo dato, con un calcolo di proporzioni, sono riusciti a determinare al centimentro le dimensioni dei ceri, ricostruiti “simbolicamente” con del legname che gli alpini hanno tagliato ai piedi del Col di Lana.
Le celebrazioni si apriranno sabato 5 agosto alle 10.45 nell’ossario militare di Pian di Salesei. Dopo il saluto e gli interventi delle autorità ci sarà la deposizione di tre corone di alloro: una degli alpini, una della delegazione del 24° Jaegerbattalion di Lienz (nell’ossario sono sepolti anche 19 militari austro – ungarici) e una della città di Gubbio. Alla cerimonia saranno presenti anche i gonfaloni delle regioni Veneto e Umbria e dei comuni di Gubbio e Livinallongo. Alle 11 è prevista la messa celebrata dal vescovo di Gubbio mons. Mario Ceccobelli, dal decano di Livinallongo don Dario Fontana e dal cappellano militare don Lorenzo Cottali e accompagnata dal Coro parrocchiale S. Giacomo.
Al termine i tre ceri, dedicati come gli originali a San Ubaldo patrono di Gubbio, San Giorgio e Sant’Antonio, saranno portati a spalle all’interno del perimetro dell’ossario per ricordare in modo simbolico la corsa fatta dai soldati umbri 100 anni fa. La festa si trasferirà poi sotto il tendone ad Arabba dove nel pomeriggio ci sarà il concerto della Banda da Fodom e della Banda di Gubbio. Alla sera, nella chiesa di Pieve, il Coro Femminile Col di Lana e il Coro Ana Feltre si esibiranno in un concerto per ricordare i caduti del Col di Lana.
Domenica 6, come da tradizione, sulla cima del tristemente noto “Col di sangue”, verrà celebrata l’ormai tradizionale messa in onore dei caduti di tutte le guerre organizzata dal Gruppo Alpini Col di Lana.
Per questo centenario è stato previsto anche un annullo postale. Due cartoline, una che riproduce una foto storica di quel 15 maggio 2017 e l’altra un disegno realizzato da un alunna delle scuole di Gubbio.
«Sono soddisfatto», spiega il capogruppo degli alpini di Livinallongo Luca Deltedesco, «per la collaborazione che molte associazioni hanno assicurato per questo evento, che deve essere di tutti e non solo di alpini e comune che l’hanno organizzata».
Lorenzo Soratroi
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi
Leggi anche
Video