La casa di riposo parrocchiale passa alla Fondazione S. Tecla
. Nuovo corso alla casa di riposo Sant’Antonio di Alano, all’interno della quale è stato ricavato il modulo di ospedale di comunità: la struttura è passata in gestione alla Fondazione Santa Tecla di Este in provincia di Padova. Il nuovo consiglio di amministrazione è guidato da Matteo Segafredo nel ruolo di presidente e dal direttore Facci, attuale presidente di Uneba.
Il subentro è avvenuto in gennaio quando la Fondazione padovana ha iniziato a operare ad Alano. Adesso starebbe affrontando l’iter per trasformare il complesso da parrocchiale a Uneba.
Il nuovo direttore si è affiancato per un periodo alla storica direttrice Alessandra Pilotto (alla guida del centro servizi dal 2010) che da un mese a questa parte è cessata dal servizio per occuparsi esclusivamente della casa di riposo Soteria di Seren del Grappa.
Al centro servizi di Seren è confluita peraltro, al seguito della Pilotto, la gran parte del personale già dipendente di Alano.
La Fondazione, che avrebbe previsto investimenti per trasferire l’ospedale di comunità in un altro stabile dell’amministrazione comunale di Alano, in una zona diversa, “eredita” una struttura importante, sia come centro di servizio che, soprattutto, come ospedale di comunità.
Quello di Alano è stato il primo ospedale di comunità nel Veneto, accreditato dalla Regione. L’esperienza pilota è stata portata a tutti i congressi di geriatria del Veneto come esempio da mutuare.
È stato inaugurato nel 2012, grazie alla lungimiranza e alla tenacia di Alessandra Pilotto che ha chiesto e ottenuto dalla Regione l’autorizzazione e l’avvio della struttura intermedia, quella per le dimissioni protette e riabilitative fra ospedale e rientro a casa, anticipando i tempi di quella che sarebbe ed è diventata la programmazione sociosanitaria del nuovo corso.
Nello stesso anno, mettendo a frutto un lascito da parte di un cittadino alanese, si è messa mano a Casa Nani per la riconversione dell’edificio in comunità alloggio dotata di diciotto posti per anziani in condizione di autosufficienza.
L’ex direttrice ha sempre saputo accedere a finanziamenti specifici, come quelli della Fondazione Cariverona, per interventi funzionali al comfort degli ospiti, come il rinnovo degli arredi, e alla sicurezza degli stabili, a partire dalla casa di riposo.
Nel corso degli anni i posti letto sono raddoppiati con un tasso di occupazione molto alto e da quindici posti letto dell’ospedale di comunità si sono ottenute altre cinque quote, per arrivare alle venti attuali.
Con la precedente gestione, oltre a fare una buona promozione del complesso che offre soluzioni diversificate rispetto alle tipologie di ospiti e che è legato a una convenzione con l’Usl Dolomiti, si era creato un flusso finanziario che non solo ha sempre mantenuto in piena salute il bilancio ma ha consentito di accantonare i fondi per i Tfr e un tesoretto che tornerà utile agli investimenti del futuro. Come quelli prospettati dal nuovo direttivo che consisterebbero nello spostamento dell’ospedale di comunità nelle ex scuole di Alano. —
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