Ispettorato lavoro, dipendenti dal Prefetto
Insieme con i rappresentanti sindacali hanno chiesto che il Governo ripristini i fondi a loro dedicati

BELLUNO. Erano in venti i lavoratori dell’Ispettorato del lavoro e o rappresentanti sindacali di categoria (Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Pa) a manifestare davanti alla Prefettura di Belluno. Nel mirino la decurtazione del salario accessorio e il blocco delle progressioni di carriera già concordate in sede ministeriale. Il problema ha inizio quando il ministero dell’Economia e Finanza aveva deciso di tagliare del 50% il Fondo unico di amministrazione (utilizzato per pagare i premi del personale), togliendo 7 dei 14 milioni necessari per il 2015 e il 2016.
Il taglio del salario accessorio corrisponde a circa 1.400 euro netti all’anno e riguarda 18 dipendenti dell’Ispettorato territoriale di Belluno: cinque amministrativi e 13 ispettori, che svolgono, però, varie mansioni a causa della carenza di personale. «Negli ultimi 10 anni», precisa Cinzia Conforzi, rsu Fp Cgil, «se ne sono andati 10 colleghi che non sono mai stati rimpiazzati. Ci siamo trovati con soli cinque amministrativi e uno di loro andrà in pensione in primavera; gli ispettori, per sopperire a questo gap, devono svolgere non solo le loro attività di ispezione, ma anche quelle di amministrazione. Per cui alla fine sono soltanto 3-4 gli ispettori a tempo pieno». «Ispettori che percorrono fino a 10 mila chilometri all’anno, passando di cantiere i cantiere, di capannone in capannone, viaggiando in lungo e in largo per la provincia», sottolinea Cinzia Teodoro, responsabile dell’area vigilanza.
Ogni anno vengono eseguite circa 500 ispezioni, «ma l’attività è destinata a contrarsi ulteriormente», commenta Mario De Boni della Fp Cisl, «visto che i lavoratori hanno deciso di attuare lo stop dello straordinario (notturni e festivi) e di non utilizzare più le loro vetture per spostarsi sul territorio, visto che l’amministrazione non fornisce nemmeno i mezzi aziendali». E se da un lato sono previsti i rimborsi del carburante, i pagamenti per l’usura dei mezzi dei dipendenti arrivano in ritardo di mesi (ad oggi sono stati pagati soltanto fino a settembre 2016).
«Come se non bastasse, sono saltate tutte le progressioni di carriera e c’è una notevole disparità di trattamento economico tra noi dell’Ispettorato del lavoro e i colleghi dell’Inps e dell’Inail, mansioni che avrebbero dovuto essere riunite sotto un’unica egida. Ma così non è», prosegue ancora De Boni.
«La speranza è che parlando con il prefetto, in qualità di rappresentante del Governo sul territorio, si possa fare pressione affinché questa situazione sia superata. Noi vogliamo avere quello che ci spetta», concludono amareggiati i lavoratori.
Paola Dall’Anese
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