Il Settimo alpini saluta l’Afghanistan

BELLUNO. Il 7° alpini torna a casa. Dopo sei mesi alla guida della Transition support unit – center, l’unità di manovra del contingente militare italiano di stanza nell’ovest dell’Afghanistan che si occupa di fornire supporto e assistenza alle forze di sicurezza afgane per la provincia di Herat, il 7°, guidato dal colonnello Stefano Mega, ha passato il testimone al 183° reggimento paracadutisti Nembo. La bandiera di guerra del 7° alpini tornerà alla caserma Salsa, dov'è di casa, nella notte tra oggi e domani.
Era il 19 marzo quando il 7° reggimento alpini prendeva il comando della Tsu-C. In questi sei mesi gli uomini e le donne del colonnello Mega hanno raggiunto tutti gli obiettivi assegnati loro nei settori della sicurezza e della cooperazione civile e militare.
Sulla sicurezza, gli alpini del 7° hanno pianificato e condotto, assieme ai colleghi afghani di esercito e polizia, numerose attività operative. Sono stati compiuti 47 interventi di rimozione e bonifica di grandi quantitativi di “Ied”, i cosiddetti ordigni esplosivi improvvisati, e 550 pattugliamenti (più di 300 per il controllo della highway 1, la statale che collega tutte le maggiori città afgane e la cui percorribilità è di vitale importanza per la sicurezza dell’intera provincia), spingendosi ai limiti della propria area di responsabilità.
Tra le attività militari in supporto alla polizia afghana, vanno ricordate le operazioni “Guardian Knot”, finalizzata al miglioramento delle condizioni generali di sicurezza della popolazione del distretto di Adraskan, e “Deep Impact”, per il controllo di alcuni karez (il sistema idrico di Turfan) dove fonti di intelligence indicavano la presenza di razzi degli estremisti pronti per essere lanciati contro la base aerea di Shindand. Infine l’operazione “Piadarow Darost”, condotta nel distretto di Obeh (uno dei più remoti della provincia di Herat) per garantire la libertà di movimento lungo i principali itinerari della zona. Sul fronte del supporto alla popolazione, invece, gli alpini hanno inaugurato la clinica pubblica di Shindand, costruita con i soldi delle sezioni Ana di Belluno, Feltre e Valdobbiadene, e il campo sportivo del villaggio di Mongolan-e-Now. (a.f.)
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