Il saluto di Esposito «Belluno nel cuore questo territorio è straordinario»

Il prefetto lascerà la città per prendere servizio a Lucca «Qui ho trovato voglia di fare, sintonia e bellezza d’animo»

Belluno. Ha faticato a trattenere la commozione. Forse non si aspettava tanta gratitudine, il prefetto Francesco Esposito, che sta per lasciare la provincia. Direzione Lucca, dove prenderà servizio lunedì. Sono parole sincere, e cariche di stima e riconoscenza, quelle che gli hanno rivolto ieri i rappresentanti delle istituzioni nella cerimonia di saluto organizzata nel salone di rappresentanza. Quello che proprio Esposito ha voluto intitolare al patriota Zanardelli. È un uomo delle istituzioni, il prefetto, ma ha saputo avvicinare lo Stato ai cittadini facendo sentire la sua presenza amica nei momenti più difficili, come durante la tempesta Vaia di fine ottobre dello scorso anno.

«Provo un’emozione più grande di quando sono arrivato qui», ha detto Esposito. «Più grande perfino di quando abbiamo provato a risolvere insieme le problematiche che abbiamo dovuto affrontare, e abbiamo gioito dei risultati». Il pensiero di tutti corre all’anno scorso, a quella tempesta Vaia che ha impegnato la Prefettura per giorni. Il prefetto Esposito in quell’occasione ha preso decisioni che si sono rivelate fondamentali per evitare di mettere a rischio vite umane.

«Lascio un territorio, una comunità e rappresentanti delle istituzioni che mi hanno dato tanto», ha continuato. «Non ho mai trovato tanta disponibilità, collaborazione, voglia di fare, tanta sintonia e bellezza d’animo. Le porterò con me, una parte del mio cuore rimarrà sempre qui e Belluno resterà sempre la mia seconda casa».

Il prefetto ha improntato sempre il suo lavoro «come un servizio per la comunità». Lo aveva detto prima di arrivare a Belluno «e ho fatto tesoro di quella dichiarazione con fatti concreti. Ma se ci sono riuscito è anche grazie a voi», ha aggiunto rivolto ai sindaci, ai rappresentanti delle istituzioni, delle associazioni, dei sindacati presenti alla cerimonia. «Abbiamo sempre lavorato insieme per individuare i bisogni della comunità e trovare le risposte, valorizzando l’enorme potenzialità di questo territorio».

Ma il prefetto Esposito ha anche sempre cercato di rappresentare un’immagine dello Stato al fianco della comunità: «Questo è un territorio straordinario. Stretto fra le montagne, ma proprio per questo conserva quei valori e quelle tradizioni che non devono mai tramontare. Questa provincia è sempre sul podio nelle classifiche della qualità della vita perché ha saputo conservare le relazioni sociali: da soli, lo dico sempre, non si fa nulla. Solo se restiamo uniti e lavoriamo insieme si possono raggiungere gli obiettivi fissati».

Esposito ha ricordato di aver aperto la Prefettura alla città e alla popolazione e ha riservato molte parole ai tanti ragazzi che sono stati ospiti a Palazzo dei Rettori. Avrebbe voluto averli lì, ieri, ma non ci sono stati i tempi tecnici per organizzarne la presenza.

La Prefettura in questi tre anni e mezzo ha ospitato mostre, concerti, spettacoli anche teatrali, iniziative sulla storia del territorio. «Ho cercato di portare all’esterno del palazzo la festa della Repubblica, perché sono convinto che non sia la festa delle istituzioni e dello Stato apparato, ma della comunità, perché uno stato è fatto dalle persone che ci vivono».

Non sono mancati i ringraziamenti. Alle istituzioni con le quali ha collaborato, «ai miei collaboratori, che mi hanno sempre dato un grandissimo supporto. Siamo pochi, ma hanno lavorato per tre quando ci sono state le emergenze». Infine il ringraziamento alla moglie, che lo seguirà a Lucca non appena i figli termineranno l’anno scolastico. «Abbiamo scelto di muoverci come famiglia, perché solo così si può vivere un territorio», ha concluso Esposito. «Nella sua quotidianità, condividendo i problemi del traffico, della scuola. La mia famiglia è entrata a fare parte di questa comunità e anche i miei figli portano l’impronta di quello che questo territorio e la sua gente ha donato loro».

Ha lasciato un segno, il prefetto Esposito. Nel territorio, nella gente. Tanto che il suo vicario Carlo Derogatis, nominato di recente Cavaliere della Repubblica, ha voluto ricevere proprio dalle sue mani la pergamena. È il momento che ha chiuso la cerimonia, con un lungo e sentito applauso. —

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