Il saluto di don Claudio «Usiamo l’intelligenza per amare gli altri»

Il saluto di don Claudio Sponga. Dopo essere stato trasferito a Venezia, don Claudio è tornato nella parrocchia di San Giovanni Bosco per salutare i suoi parrocchiani e tutti quei giovani che in questi anni ha accompagnato nella crescita. Sono stati soprattutto i giovani e gli animatori a festeggiarlo e a dimostrargli la propria riconoscenza per il gran lavoro fatto in questi 12 anni in oratorio, grazie al Grest e ai campi estivi.
La giornata è iniziata con la messa delle 11 in cui don Claudio ha celebrato l’eucarestia insieme al parroco don Guido Novella, al direttore dell’Istituto Agosti don Alberto Maschio e ad altri cinque sacerdoti. Una cerimonia solenne, animata dal coro parrocchiale, durante la quale il celebrante non ha nascosto la sua emozione dinnanzi a una chiesa gremita.
Durante l’omelia don Claudio, con la simpatia che lo ha sempre contraddistinto, ha fatto ironia su sé stesso, facendo sorridere i presenti: «Non so se ho fatto le cose giuste nel modo giusto, bisogna chiederlo a chi mi conosce. Il mio nome è Claudio che significa zoppo. Camminiamo in una situazione difficile e talvolta sbandiamo. Nei 12 anni a Belluno non ho usato la mia intelligenza per imbrogliare gli altri; forse ho imbrogliato me stesso qualche volta; l’ho usata per amare, come ci ha insegnato don Bosco, perché l’amore è questione di cuore».
Prima della benedizione finale ha preso la parola don Alberto Maschio che ha ringraziato il confratello per il lavoro svolto in oratorio. A seguire c’è stato il pranzo al sacco sotto i portici dell’Istituto Agosti, durante il quale Don Claudio ha ricevuto in dono delle torte. Il pomeriggio è proseguito con giochi e “quiz” fatti al salesiano da parte degli animatori riguardanti alcuni episodi avvenuti negli anni di Grest e dei Campi Scuola. Infine, gli è stato consegnato un regalo: un computer dotato di stampante. —
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi