Il progettista Moroder: «Resta in piedi il percorso più attrattivo»
CORTINA. Dopo la bocciatura di due possibili collegamenti dalla Val Pusteria con Cortina, resta invece in piedi il percorso più affascinante. E «anche più attrattivo», secondo Helmuth Moroder che l’ha ideato per conto della Sad.
Parte da Bolzano per arrivare fino a Cortina d’Ampezzo, attraversando altopiano dello Sciliar, Val Gardena, Passo Gardena, parte alta della Val Badia, Passo Valparola e Passo Falzarego per circa 85 chilometri. Il treno partirebbe da Bolzano seguendo la linea del Brennero fino a Prato Isarco.
A quel punto, passerebbe sulla ferrovia a cremagliera, una soluzione che permetterebbe di superare elevate pendenze, garantendo quindi la realizzazione di un tracciato in grado di adattarsi al terreno, diminuendo la lunghezza della linea e riducendo la necessità di grandi opere come viadotti e gallerie.
Una volta lasciato Prato Isarco, il treno sarebbe passato con la cremagliera attraverso le stazioni di Fiè, Siusi, Castelrotto, Pontives, Ortisei, Santa Cristina, Selva, Plan de Gralba, Passo Gardena, Colfosco, Corvara, La Villa, San Cassiano, Passo Falzarego, Cinque Torri e Pocol per concludere il suo viaggio a Cortina in circa due ore e un quarto. Il progetto prevedeva una spesa di 1,6 miliardi di euro e i lavori sarebbero dovuti partire nel 2020.
Un costo eccessivo? «È l’unico collegamento – sostiene oggi Moroder – che ha la possibilità di sopravvivere economicamente. I passeggeri sarebbero 8 milioni l’anno, pari al 25 per cento di quelli che utilizzano il treno del Brennero, arrivando dal centro Europa o dal resto d’Italia. Ma è evidente che la percentuale salirebbe se ci fosse il collegamento con Venezia».
Moroder prende atto con soddisfazione della volontà della Regione Veneto di proseguire con la progettazione. Di segno opposto, invece, l’intervento dell’associazione Vivaio Dolomiti. «Lo diciamo da anni che un treno sulle Dolomiti non sta in piedi, che è un giocattolo che non ci possiamo permettere. Stiamo investendo centinaia di migliaia di euro per uno studio di fattibilità che darà gli stessi risultati di Bolzano. La Provincia autonoma altoatesina da anni ripiana i costi di gestione del trenino Merano – Malles, utilizzando i ricavi dei pedaggi autostradali; qui chi manterrebbe i costi dell’opera? Nessuno è contrario al treno in senso generale – si legge in una nota – anche se ambientalmente risulta essere un’opera devastante, ma se paragoniamo la provincia di Belluno ad un’abitazione, portare avanti questo progetto sarebbe come costruire la piscina e la palestra senza avere bagno, cucina e camera da letto». —
FDM
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