Il nuovo Astor, un gioiello per la città

BELLUNO. Molto più che una ristrutturazione. Il progetto che darà un nuovo volto all'ex hotel Astor, in piazza dei Martiri, va oltre il semplice intervento di demolizione e ricostruzione. Guarda al futuro, a un turismo che sta finalmente tornando ad essere un elemento portante dell'economia cittadina (o per lo meno si candida ad esserlo), al rilancio di una parte del centro storico che un po’ soffre la carenza di strutture ricettive.
Tra un anno e mezzo l'edificio che si affaccia sul Piave verrà trasformato in un hotel esclusivo, con dodici suite, mentre tutto il piano terra sarà occupato da un risto-bar che promette servizi di qualità e studiati per coccolare la clientela, bussiness e non solo.
Il permesso a costruire è stato rilasciato, la gara d'appalto è pronta a partire, e per Mariano Moritsch, titolare dell'Immobiliare Astor (che effettuerà l'intervento), inizia la sfida per il rilancio del complesso. «Una scommessa che mi sento di giocare, perché non è vero che a Belluno non viene mai nessuno. Anzi». E a quei turisti bisogna offrire servizi di qualità, senza dimenticare quello che il territorio ha da offrire in termini di prodotti genuini.
L'albergo. L'ex hotel Astor aveva 30 stanze, otto per piano. Il nuovo Astor ne avrà 12. «Saranno tutte suite, tra i 45 e i 60 metri quadrati», spiega Moritsch. Le camere saranno distribuite su quattro piani, avranno tutte un piccolo angolo cottura, una zona office e un bagno di circa dieci metri quadrati, «perché vogliamo che i nostri clienti si sentano come a casa loro», precisa Moritsch. Gli arredi saranno curati e fatti su misura, i colori tenui (grigio, tortora, beige), per dare un senso di relax agli ambienti. Contribuirà in questo senso anche la vista sul Piave.
Tanti i servizi aggiunti, che renderanno l'Astor un albergo potenzialmente a cinque stelle: si va dal wi-fi in tutte le stanze alla televisione con canali satellitari, fino alla possibilità di ascoltare la musica o vedere i video dai propri dispositivi smartphone attraverso un sistema blutooth integrato in tutte le camere. Nessun problema per le auto: sotto il complesso ci sono i garage, che saranno a servizio dei clienti.
L'hotel si rivolge a una clientela bussiness, che frequenta la città per lavoro, ma non solo. Per questo i prezzi saranno «in linea con quelli di altre strutture bussiness che ci sono in città», afferma Moritsch. Al di là della ristrutturazione, però, è la filosofia che c'è dietro a fare del progetto Astor un gioiello.
Pacchetti turistici «in squadra». Mariano Moritsch ha un pensiero fisso in testa: «Se non si fa squadra non si va da nessuna parte». Il suo approccio, quindi, non è quello dell'imprenditore che fa il grande investimento fine a sé stesso, ma quello di chi guarda alla città nel suo insieme. Ecco quindi che dall'albergo si passa quasi come fosse una logica conseguenza alla filosofia dei pacchetti turistici, da mettere a punto con la collaborazione di diversi soggetti: dai commercianti del centro alle associazioni del territorio, per dare ai turisti anche “qualcosa da fare”, oltre che da vedere, in città.
«Fermo restando che il nostro centro storico ha molto da offrire, voglio creare dei pacchetti, organizzando escursioni, attività, visite».
Per farlo Moritsch si affiderà a una marketing manager, ma qualche idea c'è già: «Si possono organizzare week end per bikers, visite sui percorsi di Buzzati», spiega Moritsch. «Sto anche dialogando con Francesco Miari Fulcis per promuovere dei week end città – campagna, portando i turisti a Modolo, dove c'è la villa dei Miari. Ci sono mille possibilità da sviluppare».
Turismo e lavoro. L'idea alla base di tutto è che soffia un'aria nuova, nella Belluno che si rivolge ai turisti in cerca di un riscatto: «Il turismo è il nostro futuro, ma è tutto nelle nostre mani: sta alla nostra capacità di saperci offrire», sostiene, a ragion veduta, Moritsch. «È fondamentale, però, che gli operatori imparino a fare squadra. Bisogna presentare un sistema perché alla gente venga voglia di venire a Belluno. Siamo la capitale delle Dolomiti, dobbiamo riprenderci questo ruolo».
Il turismo, inoltre, è una potenziale fucina di nuovi posti di lavoro: basti pensare che solo al nuovo Astor ci saranno dodici nuove assunzioni. In tempi di crisi, un dettaglio da non sottovalutare.
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