Il cappello alpino di Daniele sfila a L’Aquila

BELLUNO. Due capelli d’alpino sono sfilati non in testa ma adagiati affettuosamente sulle mani di un comelicese e di un cadorino. Il primo è quello di Daniele Costan Zovi, morto sotto la slavina in Val Fonda, e portato a L’Aquila dallo zio, arrivato con i ‘veci’ della Val Comelico. Il secondo è di Angelo Toscani, tenente nella prima guerra mondiale, capitano nella seconda, accompagnato in sfilata dal nipote Matteo Toscani, già vicepresidente del Consiglio regionale.
Più di 3 mila le penne nere delle Dolomiti, quasi tutte della Cadore, che ieri hanno reso omaggio alla Julia nella sua terra natale, L’Aquila. Hanno cominciato a palesarsi alle 13.45, con circa un’ora di ritardo sulla programmata tabella di marcia, ma la loro presenza ha offerto l’opportunità al trevigiano Nicola Stefani, speaker dello sfilamento, di far conoscere ai 300 mila alpini presenti, compresi famigliari ed amici, il meglio delle Dolomiti, dalla tutela dell’Unesco ai campionati mondiali di sci del 2021 a Cortina, dalla Via dei papi al museo del 7° Reggimento Alpini di Villa Pat a Sedico.
È beneagurante il primo striscione che portano i ‘bianchi’ (il tradizionale colore della sezione Ana di Belluno). "L’Aquila torna a volare se tutti fanno il loro dovere" quasi ammonisce. "Dalla città del Piave un abbraccio alpino" lenisce la perentorietà del precedente richiamo un altro striscione.
Seguono, dopo una decina di minuti, le magliette rosse dell’Ana Cadore, col ricordo, commosso, di Daniele. E poi Feltre, dal colore verde intenso. "L’Aquila noi c’eravamo e ci siamo" rassicurano gli uomini del presidente Carlo Balestra. E come non fossero del tutto soddisfatti, aggiungono: "Alpini da sempre al servizio della comunità".
Ma con quali valori i ‘veci’ ed i ‘bocia’ vogliono continuare a prestare servizi? Lo ribadisce il terzo striscione della sezione. "Alpinità è onestà e solidarietà al servizio della comunità". Un richiamo anche ai numerosi candidati che sono presenti, chi sotto un cappello alpino e chi no, come il governatore Luca Zaia, sceso a L’Aquila (al suo fianco Elena Donazzan) per ribadire che il raduno del 2017, per ricordare la grande guerra, dovrebbe spettare di diritto al Veneto, cioè al Piave e al Grappa, passando per il Montello, quindi a Treviso che ha annunciato infatti la sua candidatura. Ma di mezzo c’è Firenze. Treviso, per la verità, sta bene anche a Alessandra Moretti, candidata presidente del Pd, che, tuttavia, critica il suo principale antagonista per non portare il dovuto rispetto al tricolore.
I feltrini ("un mare verde" li ha definiti Zaia) hanno portato anche le fisarmoniche e si sono conquistati, per questo, un caloroso applauso. A conclusione della sfilata il Gruppo di Artiglieria da montagna di Agordo. Numerosi gli amministratori bellunesi che hanno accompagnato le loro truppe, dal vicepresidente della Provincia, Roberto Padrin, al senatore Giovanni Piccoli, al vicepresidente del Consiglio regionale, Matteo Toscani, ai sindaci di Feltre, Canale d’Agordo, Alleghe, Sovramonte, Lamon, della Conca dell’Alpago, al vicesindaco di Calalzo, a numerosi assessori, come quelli di Domegge e Ponte nelle Alpi. I gruppi della protezione civile avevano anticipato il Triveneto e quando il presidente della Regione li ha visti passare, li ha applauditi commentando: «Eccoli, i grandi del terzo raggruppamento della Protezione. Bravi veneti! Dove c'è un alpino c'è sicurezza». Poco prima si era fatto un selfie con Sergio Chiamparino, presidente del Piemonte, alpino purosangue, e col senatore marini, responsabile delle onoranze per il centenario della grande guerra.
Da l’Aquila arrivano notizie di viva commozione da parte di chi ha operato durante il terremoto ed è tornato in questi giorni sui luoghi della tragedia. Come sempre, dove arrivano gli alpini, grande accoglienza e abbracci di fraternità. Una intera città, pur ancora martoriata, ha abbracciato centinaia di migliaia di alpini e anche i tanti bellunesi e veneti che erano presenti.
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