I volontari ripristinano il sentiero da Castello fino al Col di Lana

Il tracciato era stato reso inagibile da Vaia; cinque i percorsi che restano ancora da mettere a posto

Lorenzo Soratroi

LIVINALLONGO

Il Col di Lana è nuovamente raggiungibile a piedi anche dal versante di Castello. Riaperto, grazie al lavoro dei volontari, il sentiero che dall’omonima frazione porta a Cima Lana. Nel territorio di Livinallongo, dopo Vaia, restano ancora chiusi 5 sentieri Cai.

A piccoli passi e grazie, ancora una volta, alla grande ed instancabile opera dei volontari, si allunga la lista dei sentieri Cai nuovamente percorribili ed aperti dopo i disastri causati dalla tempesta Vaia. Nei giorni scorsi la Lia da Mont Fodom – Col (Cai sezione di Livinallongo) ha annunciato ufficialmente che è stato riaperto il sentiero che da Castello porta al Col di Lana.

Si tratta del sentiero numero 21/b che dalla frazione lungo il Passo Falzarego sale fino alla località Ciamplò dove incrocia il Teriol Ladin, il percorso ad anello intorno alla cima del Col di Lana. E da lì permette di raggiungere la cima del monte. Un percorso molto frequentato per la bellezza del paesaggio.

Con questo intervento ora il Col di Lana è raggiungibile anche da questo versante.

Il merito, come detto, va ai volontari. In particolare a quelli del soccorso alpino di Livinallongo che con squadre di 4 – 5 tecnici hanno lavorato per tre mezze giornate per tagliare e liberare dalle piante schiantate da Vaia il tratto di sentiero che da Ru de la Porta conduce fino a Ciamplò. A loro si sono uniti una decina di frazionisti di Agai e Castello i quali, dopo una giornata di lavoro con le motoseghe, hanno reso agibile il percorso tra Castello e Ciamplò.

A tutti è andato il ringraziamento della Lia da Mont, alla quale si unisce anche il sindaco Leandro Grones.

L’impatto della tempesta Vaia sulla sentieristica, in ogni caso, si sta facendo ancora sentire: 5 sentieri su 32 restano chiusi.

Il 16 agosto dello scorso anno il sindaco Grones firmava un’ordinanza con la quale disponeva la chiusura di ben 11 sentieri su 32 in gestione al Cai, totalmente o anche solo in parte impercorribili perché ostruiti dagli alberi abbattuti dalla tempesta Vaia o da smottamenti e frane.

Alcuni di questi attraversano le “zone rosse” decretate da Arpav per pericolo valanghe e sulle quali bisognerà attendere gli interventi di realizzazione di paravalanghe o paramassi prima di poterli nuovamente riaprire.

Quello del ripristino è un lavoro immenso che la Lia da Mont Fodom – Col non riesce certo a fare con le sue sole forze. La sezione infatti conta solamente 94 soci. Di questi appena 20 sono residenti a Fodom. Il resto si divide tra la pianura veneta, la Lombardia e fino a Roma.

Ma il volontariato, si è visto, ha di nuovo fatto il miracolo. Degli 11 sentieri oggi interdetti, ne sono rimasti solo 5 ancora chiusi.

Sono il sentiero 634 che da Valacia de Fora porta ai Monti alti di Ornella, non percorribile per numerose frane e smottamenti; il numero 1022 Pieve – Anzisa, chiuso tra Pieve e Corte per molti alberi a terra e tracciato dissestato (il sentiero è invece aperto e transitabile tra Corte e Anzisa seguendo la strada). E poi ancora resta chiuso il numero 21/a nel tratto tra Andraz e Palla a causa del bosco completamente distrutto, mentre è aperto e percorribile da Palla e Agai fino al Jou de le Omblie (Sella del Sief), dove si incrocia il sentiero 23 da Valparola.

Del sentiero numero 441 che da Castello porta alla Forcella Nuvolau è chiuso il tratto tra Cernadoi e l’incrocio per Castello. Anche qui a causa del bosco completamente distrutto. Si passa tra Castello ed il Nuvolau. Infine, resta chiuso il sentiero che da Castello porta alla palestra di roccia sul Falzarego.

La Lia da Mont raccomanda poi attenzione su due tratti di sentieri. Il 699 da Reba al Padon, dove nella parte bassa, causa alberi caduti, è stata ricavata una variante segnalata sul posto, e sul numero 638 che da Arabba porta alla cima del Boé. Il tratto “Risa de Pigolerz”, che collega la cengia mediana alla bancata superiore, è percorribile da escursionisti esperti. Non c’è più la neve ma il sentiero è in gran parte attrezzato con corde fisse e gradini. —

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