I sindaci bocciano il progetto di cambio a Montebelluna

Con il cambio a Montebelluna si allungherebbero di 6-7 minuti i tempi di percorrenza. «Così aumenta l’isolamento»
Belluno, 10 dicembre 2007. Alla stazione di Belluno arriva il nuovo servizio navetta di trenitalia Il Minuetto
Belluno, 10 dicembre 2007. Alla stazione di Belluno arriva il nuovo servizio navetta di trenitalia Il Minuetto

BELLUNO. I sindaci del Feltrino bocciano il “Progetto Belluno” di Trenitalia, quel progetto cioè che vorrebbe istituire il cambio a Montebelluna per le corse da e per Padova. «Se per avere la puntualità dobbiamo rimetterci in tempi di percorrenza e disagi, c’è qualcosa che non va», dicono gli amministratori. Intanto, però, entro lunedì si dovrà decidere se scegliere questo nuovo piano o rimanere nelle condizioni attuali della linea. Per cui per oggi, alla Conferenza dei sindaci dell’Unione montana feltrina si cercherà di trovare una posizione comune, mentre domani è previsto un incontro in Provincia con i pendolari.

L’occasione per esprimere il proprio dissenso, più o meno forte, è stata l’incontro di ieri a palazzo Piloni tra l’assessore Roberto Padrin, quello regionale ai trasporti Elisa De Berti, il responsabile della divisione passeggeri veneta di Trenitalia, Tiziano Baggio e alcuni sindaci del Feltrino e di Belluno. Una riunione chiesta a gran voce dopo che la notizia del piano, di cui erano all’oscuro i primi cittadini, era uscita sulla stampa lasciando tutti basiti. «Si tratta di una soluzione provvisoria», ha ribadito l’assessore De Berti, «per ridurre i disagi sulla linea Belluno-Montebelluna-Padova in attesa dell’arrivo dei nuovi treni fra cinque anni».

Il nuovo modello di Trenitalia, prevede, oltre al’utilizzo di materiale più affidabile come i Minuetti, un cambio (o rottura di carico in gergo) a Montebelluna. Da qui poi sarà possibile proseguire per Padova e Treviso: ma nel primo caso, i tempi di percorrenza si allungheranno di 6-7 minuti, mentre per Treviso si accorceranno di 6-7 minuti. «Questa soluzione aumenterebbe la puntualità», dice ancora l’assessore veneto, «che passerebbe dall’84% al 90%. Noi vorremo contenere i disagi, ma se non ci saranno altre soluzioni e se il piano è sentito come penalizzante, ognuno si prenderà le proprie responsabilità, mettendo nero su bianco che è preferibile correre il rischio del protrarsi di guasti e ritardi piuttosto che prevedere una modifica dell’orario con un piccolo incremento dei tempi di percorrenza».

 

 

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