I sindaci bocciano il progetto di cambio a Montebelluna

BELLUNO. I sindaci del Feltrino bocciano il “Progetto Belluno” di Trenitalia, quel progetto cioè che vorrebbe istituire il cambio a Montebelluna per le corse da e per Padova. «Se per avere la puntualità dobbiamo rimetterci in tempi di percorrenza e disagi, c’è qualcosa che non va», dicono gli amministratori. Intanto, però, entro lunedì si dovrà decidere se scegliere questo nuovo piano o rimanere nelle condizioni attuali della linea. Per cui per oggi, alla Conferenza dei sindaci dell’Unione montana feltrina si cercherà di trovare una posizione comune, mentre domani è previsto un incontro in Provincia con i pendolari.
L’occasione per esprimere il proprio dissenso, più o meno forte, è stata l’incontro di ieri a palazzo Piloni tra l’assessore Roberto Padrin, quello regionale ai trasporti Elisa De Berti, il responsabile della divisione passeggeri veneta di Trenitalia, Tiziano Baggio e alcuni sindaci del Feltrino e di Belluno. Una riunione chiesta a gran voce dopo che la notizia del piano, di cui erano all’oscuro i primi cittadini, era uscita sulla stampa lasciando tutti basiti. «Si tratta di una soluzione provvisoria», ha ribadito l’assessore De Berti, «per ridurre i disagi sulla linea Belluno-Montebelluna-Padova in attesa dell’arrivo dei nuovi treni fra cinque anni».
Il nuovo modello di Trenitalia, prevede, oltre al’utilizzo di materiale più affidabile come i Minuetti, un cambio (o rottura di carico in gergo) a Montebelluna. Da qui poi sarà possibile proseguire per Padova e Treviso: ma nel primo caso, i tempi di percorrenza si allungheranno di 6-7 minuti, mentre per Treviso si accorceranno di 6-7 minuti. «Questa soluzione aumenterebbe la puntualità», dice ancora l’assessore veneto, «che passerebbe dall’84% al 90%. Noi vorremo contenere i disagi, ma se non ci saranno altre soluzioni e se il piano è sentito come penalizzante, ognuno si prenderà le proprie responsabilità, mettendo nero su bianco che è preferibile correre il rischio del protrarsi di guasti e ritardi piuttosto che prevedere una modifica dell’orario con un piccolo incremento dei tempi di percorrenza».
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi