I ricordi viaggiano sul web, spopola «Sei di Belluno se...»

BELLUNO. I leoni del teatro comunale a Belluno e le giostre a Lambioi. Il pollo arrosto della domenica in via Garibaldi a Feltre. Il bagno a Lagole, un must per il centro Cadore. È quasi una mappa geografica della memoria quella che i bellunesi stanno tracciando grazie a Facebook, dove spuntano come funghi dei gruppi di discussione legati alle particolarità dei luoghi.
Riconoscerli è facile. Si chiamano “Sei di Belluno se...”, “Sei di Feltre se...”, “Sei del centro Cadore se...” e via elencando, ce n’è uno per ogni città o paese, o quasi. Partecipare è facile: basta entrare nel gruppo e lasciare il proprio ricordo. C’è chi punta sull’ironia, chi si affida al dialetto e chi ripercorre mentalmente i momenti più belli della sua adolescenza.
La moda, che sta dilagando anche in molte altre città venete, è arrivata nel bellunese da pochi giorni. “Sei di Belluno se...” vede la partecipazione di oltre 700 persone mentre il gruppo del centro Cadore ne raggruppa più del doppio. Ed ancora Feltre, Pedavena, Ponte nelle Alpi, Sappada. Praticamente tutta la provincia e se qualcuno ancora manca c’è da scommettere che arriverà presto.
Per i bellunesi i ricordi si concentrano intorno al Lambioi, oggi un parcheggio. «Sei di Belluno se hai avuto la fortuna di andare almeno per una volta nell’unico e inimitabile grande luna park che si strutturava sotto la panoramica, dove oggi c’è il grande parcheggio di Lambioi» ricorda Omar. E ancora: sei di Belluno se «quando uno ti dice Foro Boario sai dov’è» scrive Manuel. L’interazione sui social network è d’obbligo. E così Damiano risponde pronto: «Zona Palasport» mentre Jacopo e Ivano sono meno didascalici. «Onde che se traea le vache» risponde il primo, «dove se pomicea» aggiunge il secondo.
Essere bellunesi significa anche conoscere il significato di espressioni come «Te dae an punch sulla testa che te fae sciopar i calzeth», o «Te dae na scarpada che te fae compir i ani par aria» o ancora «Te dae na sciafa che da quanth che te gira i te arresta par vagabondaggio».
Anche Feltre ha i suoi luoghi e ricordi. Come la sciata della domenica in Campon. «E ti ricordi Tony che, mentre ti dava il gancio (cioè lo skilift) gridava: venezianiiii, 'ndé a casaaaa» aggiunge Andrea. Sei di Feltre se la domenica andavi a prendere il pollo arrosto in via Garibaldi, scrive Luciano. Monia aggiunge: «Sei di Feltre se ci mettevi mezz’ora per fare la galleria Romita perché dovevi leggere tutte le scritte sui lati».
Anche il centro Cadore ha i suoi ricordi e i suoi detti. Come «Te ghin combine una pì de Bartoldo» o «No te so bona gnanca da fei l'O col got» e ancora «Sveiete, no te ciate gnanca l'ega te l'mar». Paolo porta al gruppo il ricordo dei suoi bagni a Lagole «prima che diventasse così frequentata e famosa» mentre Patrizia elenca le tipologie di crostoli e frittelle tipiche del carnevale: mele, uvetta, crema, zabaione.
I gruppi stanno diventando con il passare dei giorni anche un momento di confronto sul futuro, oltre che sul passato, dei luoghi. E non è detto che non arrivino anche nel Bellunese i primi ritrovi ed aperitivi di gruppo sulla scia di quello che sta succedendo in altre località, passando dalla piazza virtuale a quella reale.
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