“I Legar” protagonisti al festival del folklore di Zagabria

CASAMAZZAGNO. Il gruppo folcloristico "I Legar" di Casamazzagno protagonista alla prestigiosa rassegna internazionale del folclore di Zagabria, giunta alla sua 48ª edizione. «La partecipazione del...

CASAMAZZAGNO. Il gruppo folcloristico "I Legar" di Casamazzagno protagonista alla prestigiosa rassegna internazionale del folclore di Zagabria, giunta alla sua 48ª edizione. «La partecipazione del gruppo "I Legar" non era scontata», spiega Milvia Medved, grande appassionata della Val Comelico e delle sue genti, «visto che ogni anno c'è un bando di concorso per i partecipanti stranieri. Io ho fatto da tramite per l'invio di tutto il materiale, in forma scritta e video, al fine di una valutazione dell'apposita commissione di esperti». Giudizio oltremodo positivo quindi, visto che la partecipazione era stata confermata qualche mese fa per un evento che si è tenuto dal 17 al 20 luglio scorsi. «Un significativo riconoscimento», riprende la Medved, «per il gruppo guidato dal maestro Eugenio D'Ambros e che quest'anno taglia felicemente il traguardo dei 30 anni dalla fondazione». Ogni anno la rassegna di Zagabria promuove, infatti, i valori delle tradizioni e del folclore della cultura croata, come pure della cultura delle altre nazioni partecipanti. Il gruppo dei Legar ha presentato in tre giorni i balli tradizionali della valle come “Il Paris”, “A rot la lioda”, “Al balu del Matazin”, “Al balu dei fazoleti”, suscitando curiosità e ammirazione specie con i due matazin e le due matazere che, alla fine delle esibizioni, offrivano al pubblico custoditi nella "bala da caffè" le tradizionali caramelline portafortuna. Domenica 20 luglio tutti i gruppi folcloristici vestiti in costume hanno partecipato alla messa nella splendida cattedrale zagabrese. A mezzogiorno poi lo sparo del cannone dalla città alta Gradec ha segnato l'ingresso di una rappresentanza di gruppi nel bellissimo Palazzo Comunale per il ricevimento dal sindaco di Zagabria. «Il gruppo de 'I Legar'», sottolinea Milvia Medved, «è stato il più giovane come media d'età dei componenti. Sono stati tre giorni molto intensi, pieni di musica ed allegria, in mezzo alla tavolozza di colori del folclore mondiale. Tra una "vecia" e una polka, alternati dal "passillo" e "sanjuanero" colombiani, ritmi iracheni, sono nate nuove amicizie, ma soprattutto siamo tornati arricchiti dalla conoscenza diretta di tante culture». (s.v.)

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi