I lama sono tornati sui Paramo grazie ai cadorini

CALALZO. «Sono 7 mila i lama che oggi vivono nei Paramo equadoregni, grazie agli aiuti del Lions Club Cadore Dolomiti e della famiglia De Silvestro». Parole di padre Gabriel Barriga Arias, detto Gabich, al suo ritorno in Cadore, dopo la visita efettuata il 2 marzo del 2015. Allora aveva lanciato il progetto “Vigilio Vive entre los indios”, nato per rendere giustizia e dignità a un popolo brutalmente conquistato, privato della propria cultura e delle proprie risorse, emarginato e umiliato.
«Padre Gabicho», ha spiegato Giuseppe Cian, presidente del Lions, «sta portando avanti un’opera importantissima: il ripopolamento dei Paramo equadoregni con il lama. In questi territori, negli anni della conquista spagnola, il lama era stato sostituito da capre e mucche che, con i loro zoccoli, hanno frantumato i terreni erbosi, rendendo impossibile la sopravvivenza dei lama».
Per gli indios è così iniziato un periodo di carestia e di fame: «Il lama, per loro», ha aggiunto Cian, «è come il maiale da noi: un animale del quale non si butta via nulla. Oltretutto è un animale da soma, che era utilizzato per il trasporto delle merci. È nato così il programma di ripopolazione dei lama, che è stato finanziato anche con i contributi cadorini».
«Quando è partito il programma che voi state finanziando», ha sottolineato padre “Gabich”, «erano rimasti pochissimi lama. Grazie al vostro contributo ne sono stati acquistati 40 e oggi, dopo 15 anni, sono diventati circa 7 mila. In questo modo gli indios possono utilizzare il pelo degli animali, il latte e la carne. Al tempo stesso, il gruppo “Vigilio vive entre los indios”, finanziato anche dalla famiglia De Silvestro, è riuscito a realizzare alcuni progetti di solidarietà che hanno avuto un notevole impatto sociale ed economico, nel rispetto dell’ambiente, delle tradizioni, della cultura e soprattutto la dignità della vita” nelle comunità indigene». —
Vittore Doro
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