Hydro a pieno regime aumenterà la produzione

FELTRE. Nel 2017 la produzione è salita del 10 per cento e un aumento ancora più consistente è atteso per il 2018. Dallo scorso ottobre Sapa è diventata al 100 per cento di Hydro, la società a partecipazione statale norvegese che rappresenta un colosso dell’alluminio a livello mondiale che conta 35 mila dipendenti distribuiti in 140 stabilimenti sparsi in quattro continenti. A dire il vero, Hydro possedeva già il 50 per cento della proprietà, ma tre mesi fa l’operazione finanziaria è stata definitivamente conclusa. Per Feltre e Ornago (provincia di Monza e Brianza) – l’altro stabilimento italiano della multinazionale norvegese – cambia poco. Ciò che conta è che i 5,5 milioni investiti negli ultimi anni nello stabilimento cittadino fanno parte di un piano più ampio che prevede ulteriori, futuri impegni finanziari per ritoccare all’insù standard produttivi, luoghi di lavoro e sicurezza. I lavoratori sono attualmente 157, dei quali una ventina frutto di contratti con agenzie interinali poi trasformati a contratti a tempo determinato. Da novembre scorso, c’è stato anche l’avvicendamento al vertice dello stabilimento con Stefano Spinelli che si è trasferito a Feltre proprio da Ornago.
«Gli impianti viaggiano a pieno regime», spiega Spinelli, «ma grazie all’equipaggiamento di avanguardia possiamo rispondere alla richiesta di aumentare ulteriormente la produzione in questo 2018. Qui ho trovato lavoratori con esperienza e il resto lo fa la politica aziendale dove mettiamo nell’ordine la sicurezza, la qualità e la produttività. La fonderia è stata totalmente rivista e rinnovata, e rispetto al suo alloggiamento originale ora è collocata nella zona sud».
A Feltre, lo stabilimento Hydro occupa una superficie di 137 mila metri quadrati. Si producono circa 20 mila tonnellate di estrusi e poi c’è la fonderia che garantisce 55 mila tonnellate di billette ogni anno: «La maggior parte serve per fare fronte al migliaio di clienti che abbiamo sul mercato italiano», afferma ancora il direttore Stefano Spinelli, «mentre la parte restante viene dirottato a seconda delle esigenze per la produzione negli stabilimenti Hydra delle nazioni vicine, Austria in primis. Con il nostro alluminio si producono oggetti della quotidianità, che poi le famiglie usano e maneggiano normalmente».
Verso la fine del 2016 è nata anche un’area dove si realizzano anche prodotti finiti. Un’officina che ha permesso di aumentare, seppur di poco l’occupazione: «Ci sono alcune posizioni per le quali fatichiamo a trovare le giuste competenze», spiega ancora di direttore, «penso a chi si deve occupare della manutenzione meccanica ed elettrica degli impianti che sono ad alto indice di automazione». Se non è un annuncio di lavoro poco ci manca e chi ritiene di avere la necessaria esperienza può farsi avanti presentando domanda.
La politica di Hydro mette al primo posto la sicurezza: «La mentalità norvegese aiuta, ma alla fine il risultato è eccellente perché lavorare in un luogo pulito e sicuro aumenta anche la produttività», chiosa il direttore Spinelli, «i dispositivi devono essere in funzione, ma l’aggiornamento del personale è fondamentale per fare prendere coscienza al lavoratore sulla necessità di avere sempre la massima attenzione e poi c’è un confronto tra i diversi stabilimenti per risolvere eventuali criticità. Il resto lo fa la sensibilità green di Hydro che infatti è quotata al Dow Jones nel listino dedicato ai marchi che fanno sostenibilità ambientale».
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