«Grazie prof, ci avete preparato bene»

Tutti d’accordo: gli esercizi non erano semplici, ma il duro lavoro svolto in classe è servito

FELTRE. Seconda prova della maturità e molteplici sono stati i temi da affrontare: la matematica per il Liceo di Scienze Applicate, con un problema e diversi quesiti da risolvere; le scienze umane per il Liceo di Scienze Umane, dove è stata proposta la traccia “Diritti umani e principi democratici”, insieme ad un brano di Conrad P. Kottak “Antropologia culturale” e ad uno di Chiosso, tratto da “I significati dell’educazione. Teorie pedagogiche e della formazione”; la tradizionale prova di economia aziendale per i ragionieri dell’istituto Colotti.

Per tutti la prova ha portato alcune difficoltà, ma tutto sommato gli studenti non si sono fatti cogliere impreparati. La stessa cosa vale per il Rizzarda, per gli indirizzi di manutenzione e assistenza tecnica e di operatore socio sanitario e infine per l’Istituto Agrario Della Lucia.

Dopo aver impiegato quasi tutte le sei ore a disposizione, i maturandi del Liceo di Scienze Applicate si soffermano sulla seconda prova. «Il test di matematica», commenta Nicoletta Fant, «richiedeva il massimo della concentrazione. Per fortuna dalla nostra parte ci sentivamo preparati e questo fattore ci ha consentito di affrontare la prova con tranquillità». Dello stesso parere è Eva Bortoluzzi, secondo la quale «il problema con i cinque quesiti da risolvere non erano impossibili». «Grazie alle prove fatte durante l’anno», interviene Matteo Carpene, «la prova è stata tranquilla. Vorrei ringraziare il professor Bisetto per averci sempre guidato con pazienza». Più cauto Francesco Cavalieri: «Il livello richiesto dalla prova era comunque alto. Non è stata una passeggiata. Se la maggior parte di noi otterrà un buon punteggio lo si deve ai duri esercizi svolti in classe».

All’indirizzo di Scienze Umane, Chiara Innocente non ha dubbi, perché «nonostante la maggior parte di noi pensasse che ci sarebbe capitato il tema della globalizzazione, visti i cinquant’anni dai fatti del 1968, la prova era affrontabile perché i temi li avevamo trattati». Dello stesso avviso è Sofia Cecchet, secondo la quale la prova «permetteva di argomentare bene un tema già vasto come quello delle scienze umane».

Al Colotti, Davide Affro, Michela Vieceli, Simone Toigo e Lorenzo Rossin hanno svolto economia aziendale. «Avevamo un bilancio con dati a scelta», dice Affro, «ma fattibile». Stessi concetti ribaditi da Vieceli e Toigo, con Rossin che sottolinea «un po’ di difficoltà in alcuni passsaggi».

Non è stata la prova ideale invece all’indirizzo socio sanitario del Rizzarda, dove Gioia Panceri spiega: «Ci aspettavamo Basaglia e il disagio mentale. Invece ci è capitato il maltrattamento minorile. Mai fatto. Una prova molto complessa». Così anche per Gioia Stefani, la cui causa è da ricercarsi «in un tema inaspettato e anche molto vasto, che ci ha colti un po’ a sorpresa».

«Ci è stato posto il quesito del montaggio delle pompe idrauliche in un campeggio in una determinata area», spiega Davide Fiabane dell’indirizzo di manutenzione e assistenza tecnica, «e un po’ di difficoltà sono sorte, anche per i miei compagni penso. Una prova davvero tosta, nonostante avessimo parlato del tema durante l’anno».

Per l’Istituto Agrario Della Lucia parla Davide Benvenuti. «La nostra prova era di Agronomia: dovevamo trattare i temi relativi ai diritti forestali e non solo. Per noi l’alleato più prezioso è stato la preparazione effettuata durante l’anno».

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