Gli occhi della Nidec sullo stabilimento Acc

borgo valbelluna
L’Acc interessa alla Nidec. L’acquisizione dello stabilimento zumellese è al momento in valutazione dal parte del colosso giapponese della componentistica per l’elettrodomestico (motori e compressori), con quartier generale per l’area Emea a Pordenone, e l’altro – dopo aver rilevato Embraco – in Brasile.
A dirlo Valter Taranzano, ceo di Nidec Global Appliances (che di Acc fu amministratore delegato negli anni in cui la multinazionale pordenonese venne costituita con l’obiettivo di rilevare la componentistica da Electrolux Components Companies), nel corso di Top500 Pordenone, l’evento in livestreeming dal Teatro Verdi di Pordenone, organizzato da Nordest economia, hub di Gedi gruppo editoriale, in collaborazione con le Confindustrie del Nordest, la Fondazione Nord Est e in partnership con Pwc.
Sul palco il direttore di Nordest economia, Paolo Possamai, con il direttore del Messaggero Veneto Omar Monestier, alcuni protagonisti dell’economia del territorio e, in collegamento dal Brasile, Valter Taranzano.
Alla specifica domanda di Possamai sul possibile interesse di Nidec Global Appliances al progetto Italcomp, il ceo ha risposto: «Una domanda difficile, direi che potremmo essere interessati dallo stabilimento di Mel, non al progetto Italcomp». Quello ideato da un altro pordenonese, Maurizio Castro, con ambizioni di ritagliare uno spazio nel mercato europeo dei compressori per un nuovo competitor frutto dell’alleanza tra Acc di Mel e l’ex Embraco di Riva di Chieri.
Intanto sulla situazione del progetto ItalComp e sulle conseguenze per l’Acc della situazione dell’ex Embraco, il sindaco di Borgo Valbelluna e l’assessore regionale Elena Donazzan hanno convocato per domani alle 9,30, in videoconferenza, il Consiglio di sorveglianza dell’azienda.
I sindacati sono allarmati, più ancora che preoccupati: per l’indecisione del Governo e in particolare del Mise. Ieri il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha rassicurato: «Sono fiducioso che il ministro Giorgetti, che conosco come persona seria e pragmatica, abbia insieme al suo sottosegretario preso in mano la pratica garantendo una continuità al lavoro svolto perché non si poteva buttare via quanto fatto in passato ma pretendendo immediate certezze. Ho parlato personalmente con il ministro Orlando per quanto concerne gli ammortizzatori sociali per avere questa copertura in più, l’assessore Chiorino si sta occupando con i dirigenti del ministero per trovare una soluzione».
Ma dal versante bellunese come viene considerata la situazione? C’è chi parla di portare il caso Acc e ItalComp al tavolo della presidenza del Consiglio sottraendolo al Mise.
Venerdì pomeriggio, nel corso dell’affollatissima riunione in videoconferenza – 60 partecipanti – organizzata dal ministero dello Sviluppo economico per affrontare le crisi di Acc a Belluno e dell’ex Embraco a Torino – il viceministro Alessandra Todde aveva garantito che il lunedì successivo la procedura di licenziamento collettivo dei 400 lavoratori piemontesi sarebbe stata sospesa e sarebbe intervenuta la Cic ordinaria a prolungare quella straordinaria.
La riunione convocata dalla Regione Piemonte sul punto è però naufragata di fronte alla richiesta del curatore fallimentare dell’ex Embraco di avere formali garanzie scritte che il percorso disegnato dalla Todde era privo di rischi per lui e di costi per la sua procedura: garanzie non pervenute.
Da Torino a Belluno è subito dilagata la paura che il Governo avrebbe peccato di inconsistenza anche nell’altro impegno assunto nella riunione di venerdì: la presentazione di un emendamento per consentire al Mise di anticipare ad Acc un po’ di finanza fresca tratta dal Fondo per il sostegno delle grandi imprese in difficoltà. Fondo previsto dal decreto-legge 41 la cui conversione è in questi giorni al Senato. Ma il Mise, a quanto risulta, non ha trasmesso il verbale mettendo in crisi il tavolo della Regione Piemonte. —
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