Elicottero caduto la famiglia di Miola va in Sardegna

Stazionare le condizioni pilota dopo un delicato intervento Continuano le indagini dell’Ansv sul luogo dell’incidente

ARZANA. Sono stazionarie le condizioni di Tommaso Miola, 35 anni, originario di Agordo, rimasto ferito nella caduta dell’elicottero “Victor Delta” durante le operazioni di spegnimento di un incendio nelle campagne di Arzana, provincia dell’Ogliastra. È ricoverato in Neurochirurgia all’ospedale San Francesco di Nuoro, dov’è stato sottoposto a un delicato e lungo intervento chirurgico. Bisognerà attendere qualche giorno per capire gli esiti dell’operazione. Ieri il giovane è stato raggiunto in ospedale dai suoi familiari.

Meglio è andata al suo compagno di volo, Cristian Ligas (37 anni) di Cardedu, ancora ricoverato all’ospedale di Lanusei. L’uomo se l’è cavata con lievi ferite. Poche ore dopo il ricovero, i due si erano sentiti per telefono. «Io sto bene, ora pensa a te», aveva detto Cristian, rassicurando il pilota.

Intanto sul luogo dell’incidente ieri sono arrivati gli uomini del nucleo investigativo dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo. Un sopralluogo necessario per ricostruire la dinamica e accertare le cause dell’incidente all’Ecureuil B3 in dotazione al Corpo forestale e di vigilanza ambientale. Il team investigativo ha raggiunto l’elicottero messo sotto sequestro dall’autorità giudiziaria e presidiato per tutta la notte dagli agenti del Corpo forestale, esaminando ciò che resta del velivolo dopo l’atterraggio di emergenza su un crinale. Ha aperto un’inchiesta, oltre all’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo, anche la procura di Lanusei. A rendere ingovernabile l’elicottero, precipitato al suolo dopo essersi avvitato più volte, potrebbe essere stato l’impatto del cestello contro il rotore di coda, ma anche un vuoto d’aria provocato dal vento che avrebbe sbilanciato il mezzo antincendio. Saranno i tecnici dell’Ansv a fare chiarezza su quanto accaduto.

«Un boato» racconta Cristian Ligas, a fianco di Tommaso Miola in quei minuti di terrore, «ecco cosa ho sentito. Poi delle violente vibrazioni. Qualcosa era successo. Volare in quelle condizioni non era più sicuro. Per questo, d’accordo col pilota, abbiamo cercato un punto per l’atterraggio. Sapevo della presenza di uno spiazzo, a circa cento metri dal luogo in cui stavamo operando, dal momento che siamo usciti anche il giorno prima per un altro intervento in zona. È stato un attimo. A un’altezza di 40 metri da terra, l’elicottero ha iniziato ad avvitarsi rovinosamente su stesso. Ci ha fatto girare parecchio. Mi sono aggrappato forte aspettando lo schianto».

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