È cominciato il viaggio di oltre 1.500 chilometri del Mattone del mondo

R.c.

FELTRE

Oltre 1.500 chilometri e numerose tappe sparse lungo l’Italia con meta finale Canicattì, sulla tomba del giudice Rosario Livatino, ucciso dalla mafia. È il percorso del Mattone del mondo, quello realizzato con le terre di 199 Paesi che tanti anni fa aderirono all’invito della Comunità di Villa San Francesco a Pedavena. E ieri la prima staffetta di cinque ciclisti è partita dalla Cooperativa Arcobaleno alla volta di Bassano del Grappa, sede d’arrivo della prima tappa. Un momento importante per un’iniziativa sulla quale sta montando l’interesse dei territori che saranno toccati dal percorso.

A testimoniare il valore simbolico di questo viaggio c’erano i sindaci di Feltre e Pedavena, rispettivamente Paolo Perenzin e Nicola Castellaz, oltre ai vertici provinciali del Csi con i presidenti dei comitati di Belluno e Feltre, Dario Dal Magro e Cinzia Lusa. Ed è proprio il Centro sportivo italiano a curare la parte prettamente sportiva, ovvero reclutare di volta in volta i componenti della staffetta che oltre al mattone trasportano nelle loro bisacce, l’acqua, il sale, un taccuino per gli appunti, dei semi e una moneta: tutti simboli che assieme al mattone rappresentano un tutt’uno con il mattone.

In cima all’elenco delle nazioni che a suo tempo fornirono la terra per comporre i mattoni c’è l’Afghanistan: «Sarà questione di alfabeto», ha detto il sindaco Perenzin, «ma quanto sta accandendo in questi giorni ci deve fare riflettere». L’organizzazione, da parte sua, l’ha già fatto perché la tappa odierna che porterà il mattone da Bassano a Mestre, sarà composta quasi interamente da donne che hanno deciso di stampare sulle maglie una scritta a favore delle donne di Kabul. —



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