È caos per l’Imu sui terreni «Norma vergognosa»

BELLUNO. L’ultima mazzata arrivata da Roma ha lasciato sbalorditi e arrabbiati i sindaci bellunesi. E lo saranno ancora di più i cittadini quando si renderanno conto di dover calcolare il valore dei loro terreni agricoli (prati e boschi, ma anche crode inaccessibili) e pagare il dovuto entro il 16 dicembre.
È questo infatti il risultato del decreto che nessuno ancora ha visto ma i cui effetti sono già arrivati nei municipi bellunesi: venerdì sera molti amministratori si sono trovati tra le mani il risultato del decreto, cioè il taglio operato a livello romano, in base al catasto dei terreni. Troppo tardi, venerdì, per qualsiasi decisione tampone che potesse essere presa, per evitare appunto che a pagare siano ancora una volta i cittadini.
In pratica è stata tolta la esenzione dall’Imu sui terreni, per i comuni che hanno la sede municipale tra i 280 e i 600 metri di altezza. Finora in questa fascia, e in generale in tutti i comuni montani, l’esenzione esisteva e i cittadini non dovevano pagare l’Imu sulle aree agricole. Tolta l’esenzione, occorre pagare. Ma i termini per farlo sono vicinissimi, il 16 dicembre. Nessun bellunese sa neppure lontanamente cosa deve pagare, come fare il calcolo. Ancora una volta, in tanti dovranno ricorrere ai Caf o ai professionisti per farsi calcolare l’importo. Nello stesso tempo, però, i Comuni sanno già, la comunicazione è arrivata appunto venerdì sera , quanto gli è stato tolto: cifre importanti, dai 260 mila euro di Belluno, ai 190 mila di Feltre. A Ponte nelle Alpi sono stati tolti 80mila euro, a Longarone 160 mila, a Seren del Grappa 72 mila, a Lamon 64 mila, a Santa Giustina 70 mila. E questi sono solo alcuni degli esempi: infatti sono coinvolti tutti i comuni che hanno la sede municipale a quota inferiore ai 600 metri.
Il sindaco di Santa Giustina, Ennio Vigne, non ha remore a definire il provvedimento come «vergognoso» per i tempi e per i modi. «Tutti i comuni in Italia hanno approvato la variazione di bilancio entro il 30 novembre. Anche noi a Santa Giustina abbiamo consiglio giovedì, mettendo a posto tutti i conti, sulla base di quello che sapevamo. Ebbene, non si può tagliare una cifra così importante, quando nessuno può metterci una pezza, dirottare su quel taglio altre risorse. Così si crea un buco di bilancio». Come coprirlo? Con il pagamento dell’Imu sui terreni agricoli. Vigne ha solo qualche idea di come il cittadino dovrebbe calcolare l’Imu, quale aliquota applicare: «Credo che si debba prendere il reddito dominicale dei terreni, rivalutarlo del 25 per cento, moltiplicarlo per 130 e a questo applicare l’aliquota massima, che è il 7.6 per mille. Ma è solo una ipotesi, prima dobbiamo vedere il decreto. Di sicuro non potrà essere il Comune a fare il calcolo, tra l’altro in pochissimi giorni, visto che il saldo dell’Imu si versa entro il 16 dicembre».
Dovranno essere i cittadini, vessati ancora una volta. Una imposta in più su prati e boschi quasi tutti incolti. «Al catasto, aggiunge Vigne, sono considerati ancora terreni agricoli, ma magari sono diventati nel frattempo dei boschi e nessuno ha registrato la modifica». Nel Feltrino l’unico comune esente è Sovramonte, gli altri sono tutti compresi in questa novità dell’Imu sulle aree agricole. Allo stesso modo molti altri comuni bellunesi.
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