Donato è tornato a casa ma resta in silenzio
I colleghi dell’Atvo lo difendono: «Autista esperto, deve aver avuto un malore»

L'interno distrutto del pullman
PERAROLO. Luca Donato è tornato a casa. E' stato dimesso dal San Martino di Belluno l'autista del pullman Atvo della linea Cortina-Venezia, finito sabato in una scarpata lungo la Statale Alemagna, a Macchietto, dopo un tentativo di sorpasso a una corriera che trasportava una scolaresca dell'istituto Edison-Volta di Mestre. Ha lasciato l'ospedale di Belluno per far rientro nella sua abitazione di Jesolo Lido, dove vive con moglie e figlia.
«L'autista ci ha chiamato nella tarda mattinata di oggi (ieri, ndr) per informarci che è stato dimesso», conferma il direttore generale dell'Atvo, Stefano Cerchier. «Adesso è a casa in malattia. Lasciamo che si riposi qualche giorno e poi ci incontreremo. Le sue condizioni? Le potete immaginare. Quanto alle cause dell'incidente, stiamo attendendo i responsi ufficiali. Per ora abbiamo solo supposizioni, per cui noi non ci sentiamo di escludere alcuna ipotesi».
I colleghi di Donato non riescono a farsi una ragione dell'accaduto. Chi lo conosce, infatti, lo descrive, come un autista molto attento e astemio: «Finora non aveva mai avuto un incidente. È esperto e quella linea per Cortina la faceva spesso». Donato è anche uno degli autisti del trenino che ogni estate percorre l'isola pedonale di Jesolo.
«Deve avere avuto un malore oppure un guasto ai freni del bus, non è possibile che abbia fatto un sorpasso così azzardato». La pensa così Gianni Portalupi, nato 59 anni fa a Vercelli, ma residente da quasi 40 anni nella Marca trevigiana, autista della ditta Gobbo di Badoere, che l'altro giorno in Cadore ha dimostrato un incredibile sangue freddo alla guida del pullman con a bordo i 35 studenti dell'istituto Edison Volta. «Escludo che in condizioni normali il collega possa aver fatto un sorpasso del genere in una galleria a due corsie. Oltretutto, si trattava di un autista che conosceva bene quella strada. I freni possono essersi surriscaldati ed aver ceduto. Così, avendo guadagnato velocità, visto che eravamo in discesa, può aver scelto di sorpassare, per non venirmi addosso. Io al posto suo avrei fatto i fari al mio collega davanti, per fargli capire il problema. Poi, avrei appoggiato il mio bus a quello davanti che avrebbe potuto frenare per entrambi».
Eppure lei sostiene che Donato potrebbe aver avuto anche un malore.
«Dopo il sorpasso il bus dalla corsia di sinistra ha girato a destra verso la scarpata, dove è precipitato: sembrava senza autista. Procedeva piano, come se il conduttore, fosse svenuto. Dopo l'incidente ho visto il mio collega con una ferita alla spalla, ho provato a chiedergli cosa era successo ma non ricordava niente, sembrava imbambolato. Non escludo che abbia perso conoscenza per un malore. È stata la prima volta in oltre 30 anni di lavoro che mi sono trovato coinvolto in un incidente del genere. Poteva andare molto peggio ma qualcuno lassù ci ha protetto».
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