Dj Shkedul, da Lozzo al Jagermeister Lab sull’onda della passione per la musica techno

Andrea Fremiotti a Berlino concorrerà al titolo di “Music Meister” che potrebbe rappresentare la svolta della sua carriera 

IL PERSONAGGIO



Da Lozzo al tetto d’Europa inseguendo la passione per la musica techno.

Un’ascesa vertiginosa quella di Andrea Fremiotti, nome d’arte Shkedul, dj e producer finalista dell’ambitissimo contest Jagermeister Lab 2019 che il 3 luglio, a Berlino, incoronerà il nuovo “Music Meister”, porta d’ingresso per la partecipazione ai più famosi festival techno internazionali. Nella vita di tutti i giorni Andrea Fremiotti, 24 anni, lavora come ottico in un negozio di Belluno ma l’obiettivo è un altro.

«Dieci anni fa ho iniziato questo percorso con le idee molto chiare. So dove voglio arrivare, la musica techno non è solo una passione per me ma un impegno professionale a tutti gli effetti».

Parole scandite senza alcun tentennamento, ma non potrebbe essere altrimenti: Andrea si è già affermato a livello europeo suonando nei più famosi club di settore tra Berlino, Bruxelles e Parigi. Due anni fa la rivista Barcellona Techno Sound lo ha definito uno dei migliori cinque dj emergenti d’Italia.

Dove e come è iniziato questo percorso?

«A tredici anni, nella mia cameretta. Sono un autodidatta, il fai da te mi ha accompagnato a lungo. Dieci anni dopo ho un’etichetta tutta mia che si chiama Nord Ltd (Ltd sta per limited perché ogni disco viene prodotto in edizione rigorosamente limitata, ndr), produco solo ed esclusivamente vinili. Lavoro con un’agenzia di Bologna, la Timeshit, che è una delle più forti in Italia per quanto riguarda l’organizzazione di eventi. Sono i miei manager. Lavoro anche con altre etichette, a breve uscirà un nuovo lavoro prodotto da un’etichetta portoghese. C’è in cantiere anche un nuovo disco, il quarto. Mi sembra opportuno chiarire quello che si presenta come un equivoco ricorrente nel nostro ambiente. Stiamo parlando di musica techno e non tekno, quella è altra cosa».

E allora, in breve, cos’è la musica techno?

«Non è solo musica, ma un vero e proprio movimento che nasconde anche risvolti politici. È un movimento che spinge sul concetto di libertà. In Europa, Italia compresa, ha vissuto il suo boom agli inizi degli anni novanta. Dopo un periodo difficile, da qualche anno ha ripreso vigore. Anche la produzione di vinili è ripartita dopo una fase di smarrimento da collegare all’avvento del digitale. I festival di musica techno fanno registrare migliaia di presenze in ogni angolo d’Europa. È uno stile di vita più che un evento solo musicale».

Cosa ti aspetti dal contest di Berlino?

«Me lo ha segnalato un amico invitandomi a partecipare. Per molti è un punto di arrivo, per altri forse di partenza. Per me è di certo una vetrina importante che inserisco nel mio percorso di crescita. Ho già suonato a Berlino, ho già conosciuto la ribalta internazionale. Di certo c’è in ballo qualcosa di importante. Il contest mette in palio un contratto che assicura la partecipazione ai più famosi festival italiani».

Come si colloca un giovane proveniente da Lozzo sulla ribalta europea?

«Sono cresciuto a Lozzo dove vive la mia famiglia. Mi divido con Belluno, dove lavoro. Ma sono onesto: il mondo è lì fuori. Quando giro per le grandi città europee mi sento davvero a casa mia. Viaggiare significa aprirsi a nuove dimensioni, conoscere persone e realtà molto diverse dalla montagna». —



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