Da Padola al Tirolo con gli sci ai piedi Da Bolzano il via libera

COMELICO SUPERIORE
Da Padola al Tirolo con gli sci ai piedi.
Franz Senfter, presidente della società “Tre Cime spa” lo sta sognando da anni. Mentre gli ambientalisti lo considerano un vero incubo. Sta di fatto che il sogno, passo dopo passo, si sta concretizzando.
La Commissione provinciale di Bolzano per la valutazione dell’impatto ambientale ha dato il via libera al progetto che prevede il collegamento tra Moso di Sesto e la Cresta Carnica, al confine con l’Austria.
Moso è il crocevia della Val Pusteria dove punta anche il progetto comeliano, da Padola a Col Colesei e da qui verso Sesto. Il “cancelletto” aperto da Bolzano riguarda un collegamento transfrontaliero “sci ai piedi” dall’area sciistica Tre Cime Dolomiti di Sesto verso l’Austria e gli impianti del comprensorio Thurntal di Sillian.
«Questa decisione ci avvicina sempre di più alla mission aziendale, ossia alla realizzazione di un comprensorio sciistico transfrontaliero che abbracci l’area delle Tre Cime con il vicino Comelico e l’Austria», ha subito commentato l’ingegner Mark Winkler, amministratore delegato della Tre Cime. Solo che per quanto riguarda il Comelico dovrà probabilmente attendere altri due anni.
Il sindaco di Comelico Superiore, Marco Staunovo Polacco, sta cercando di accelerare l’iter tecnico-burocratico del nuovo progetto, che mitiga l’arrivo a Cima Collesei dell’impianto, ma che deve passare attraverso il varo dei vari organismi, proprio perché nuovo, prima di essere cantierizzato.
Il nuovo impianto, da Sesto alle quote di confine con l’Austria consiste in una cabinovia a 10 posti ad ammorsamento automatico che dai 2.100 metri di quota del pianoro Orto del Toro, cioè dalla stazione a monte della cabinovia “Tre Cime” arriverà fino alla “Tovo Alto-Hochgruben”, a 2.536 metri di quota del confine. E da qui muoverà la pista in picchiata verso Sesto.
L’ingegner Winkler ha detto di attendersi ora il collegamento con l’area sciistica al di là della montagna, quindi in Tirolo.
Perché, dunque, parliamo di incubo per gli ambientalisti? La loro preoccupazione è soprattutto l’ipotesi del carosello, e cioè che una volta arrivati a Padola, si lanci un nuovo progetto: verso le montagne di confine, anche da parte veneto-bellunese, per poi scendere verso valle, dall’altra parte e collegare il tutto. —
FDM
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi