Crac Stark, in tre a giudizio

Assolto in "abbreviato" Silvano Cenedese
L’ingresso principale su via Segato del palazzo di giustizia di Belluno
L’ingresso principale su via Segato del palazzo di giustizia di Belluno
 
PIEVE D'ALPAGO.
Tre rinvii a giudizio ed un'assoluzione per il fallimento Stark srl. È il bilancio dell'udienza tenutasi ieri mattina, davanti al giudice delle udienze preliminari Giorgio Cozzarini. Alla sbarra alcuni imprenditori, tutti soci dell'azienda, una realtà che si occupava di ammortizzatori per auto.  Le ipotesi di reato erano diverse. Su tutte, la bancarotta fraudolenta e contestazioni fiscali. L'accusa più pesante, per alcuni, era quella di aver distratto delle somme, che poi non sono confluite nell'asse fallimentare. Ma la bancarotta era appunto accompagnata da altre contestazioni di tipo fiscale.  Coinvolti alcuni imprenditori, tutti trevigiani, a partire da Bruno Campeol di Pieve di Soligo ed ex presidente del Cda della Stark. Con lui c'erano anche Renato Zara e Marziano Mosole, presidente del cda dell'Emporio dell'Autocarro di Ponte di Piave. Per il primo c'è stato uno stralcio in un'udienza preliminare precedente mentre per Mosole i reati sono caduti in prescrizione e ieri è stato prosciolto. La lista si allunga anche a Wilma Rizzo, legale rappresentante della Bruper srl di Refrontolo, Fabio Valle di Villorba e Silvano Cenedese, difesi rispettivamente dagli avvocati Nicosia, D'Angeli e Luigi Ravagnan. L'avvocato Massimo Moretti era per la parte civile per la curatela. Ieri Cenedese è stato assolto dalle accuse contestate in rito abbreviato. Un'assoluzione che ha soddisfatto la difesa Ravagnan in quanto il pubblico ministero Massimo De Bortoli aveva chiesto la condanna dell'imputato a due anni e otto mesi.  Per Campeol e Valle è arrivato il rinvio a giudizio per bancarotta fraudolenta. Rinviata a giudizio anche Rizzo ma solo per i reati tributari. Un 'udienza favorevole anche alla parte civile, visti i tre rinvii a giudizio.

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