Consulente teatro, il Tib vuole la revoca

La cooperativa perplessa sui modi della nomina di Mattiello e su alcuni punti del curriculum. «Su quali basi è stato scelto?»
Daniela Nicosia interviene su le ultime notizie apparse sui giornali riguardanti il TIB
Daniela Nicosia interviene su le ultime notizie apparse sui giornali riguardanti il TIB

BELLUNO. Monta sempre di più la polemica sulla nomina del consulente-direttore artistico della Fondazione Teatri, Diego Mattiello. Ad esprimere perplessità è il Tib Teatro che chiede sia la revoca di quello che la cooperativa definisce un «affrettato provvedimento» sia la pubblicità del contratto firmato dal consulente.

Daniela Nicosia e Labros Mangheras partono dalle «procedure con cui si è arrivati, a un mese dalle elezioni, alla nomina del consulente» precisando che «non ci convincono», come si dicono poco convinti del fatto che «un consulente con un contratto fino a settembre avochi a sé il diritto di modificare lo statuto, delegittimando i soci fondatori del loro ruolo e il consiglio di gestione».

Il Tib si dice perplesso, inoltre, del fatto che «il neo direttore ha accettato un ruolo così strategico con programmi che non ci appaiono attuabili vista la condizione economica della Fondazione, dove nessuno dei soci (Comune di Belluno, Comune di Feltre, Provincia), ad oggi ha messo qualcosa in bilancio per la Fondazione e dalla Regione solo una promessa. E come pensa di intercettare, in sei mesi, risorse private tali da dar vita al suo programma? Con un sito internet?». E sulle risorse risicate, il Tib contesta poi l'idea di teatro di tradizione. «Per cui è necessario investire 2 milioni di euro l’anno per poi, forse, tra 10 anni riceverne 60mila? Di certo non lo sanno i suoi interlocutori politici e nemmeno il presidente Zaccone».

La cooperativa si dice poco convinta anche su alcuni punti del curriculum del consulente. «Zaccone lo ha presentato come “il direttore artistico di uno dei più importanti teatri stabili di Milano” ma abbiamo saputo che Mattiello al teatro Franco Parenti, è in prova quale aiuto del direttore di sala. Direttore di sala è chi ad inizio spettacolo organizza la distribuzione delle maschere, i materiali da dare al pubblico, verifica che in sala tutto sia regolare per l’accesso degli spettatori. A Milano ha lavorato per 13 anni, ma per la casa di riposo Verdi, come responsabile dei servizi socioassistenziali dell’ospizio fino al 2009. Pare che anche al teatro Goldoni non risulti tra i dipendenti. Non abbiamo dubbi invece sulla sua attività di pianista, infatti la sua nomina è stata sostenuta oltre che dall’assessore, anche da Celeste Levis e Benedetto Fiori, esperti del settore musicale, né abbiamo dubbi sui suoi eclettici interessi, in quanto membro dell’organico di Unimeier, Università Popolare di Medicina Integrata Europea e Ricerca. Ma questo che c’entra col mandato che ha ricevuto dalla Fondazione? Eclettico anche il mandato giacché per un giorno alla settimana il consulente, in base a quanto da lui dichiarato, dovrebbe esercitare funzione di direttore artistico, provvedere alla stesura di bandi di gara, ricercare ingenti risorse da privati, fidelizzare la presenza dei soci fondatori e trovarne di nuovi, procedere alla composizione del cartellone da pubblicizzare con due schermi a led (uno sul teatro e uno sulla farmacia Perale). Non abbiamo nulla contro Mattiello che non conosciamo ma con chi ha imposto una figura che c’entra poco col colpito che è chiamato a svolgere».

Intanto il consigliere dell’organo di gestione, Angelo Pauletti intende chiedere a Zaccone la possibilità di organizzare un incontro pubblico tra la popolazione e i membri della Fondazione «per fare chiarezza».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi