«Confesso le mie colpe, chiedo scusa a tutti»

E’ stato il dna sui mozziconi delle sigarette a incastrare un bolzanino finito nei guai a Cortina
E’ stato il dna sui mozziconi delle sigarette a incastrare un bolzanino finito nei guai a Cortina
 
CORTINA.
Fu incastrato dal Dna estratto dai mozziconi di sigarette trovati nel posacenere di un'auto rubata. Ma ieri, Maurizio Giusto, 54 anni di Bolzano, accusato di una serie di reati (ricettazione, resistenza a pubblico ufficiale e furto) ha reso ampia confessione ed è stato condannato a 2 anni e 6 mesi.  «Mi sento responsabile - ha detto Giusto ieri in udienza - di tutti questi fatti che mi vengono contestati: ammetto le mie colpe e chiedo scusa a tutti i cittadini che ho danneggiato. Nella mia vita ho fatto tanti errori: una volta espiata la pena m'impegnerò a non commettere più reati. Purtroppo la mia vita è stata costellata da errori quali la tossicodipendenza da cocaina e l'alcolismo. Finché ho trovato un appoggio presso una comunità mi sono trovato bene. Poi sono caduto nei vecchi errori. Ho rubato non per cattiveria ma per spirito di sopravvivenza».  La vicenda, che vedeva Giusto (difeso dall'avvocato Gianluca Puglisi) alla sbarra, risale al 14 maggio del 2009 quando una Citroen Berlingò, rubata a Verona un paio di giorni prima, fu intercettata da una pattuglia dei carabinieri di Cortina. I militari, alla vista dell'auto, fecero cenno all'autista di accostare. Giusto accostò l'auto, al lato della strada, fingendo di accogliere l'invito. Poi, però, all'improvviso accelerò, e fuggì via. Ne scaturì un inseguimento, coi limiti di velocità ovviamente non rispettati, lungo le strade del centro di Cortina. Giusto, che tra l'altro non ha mai conseguito la patente, la fece franca e riuscì a seminare i carabinieri e a posteggiare l'auto, dopo aver sfondato una sbarra, all'interno del cortile dell'hotel Cristallo. L'uomo non fu arrestato in flagranza. A lui si arrivò qualche mese dopo grazie all'analisi del Dna sui mozziconi di sigarette trovati nella Citroen rubata. Ieri mattina, nel corso del processo, sono stati sentiti i carabinieri del Ris di Parma e quelli di Cortina. È emerso che dall'analisi dei filmati della videosorveglianza dell'hotel cortinese le immagini immortalarono una persona che assomigliava molto a Giusto. Giusto è infatti un personaggio ultranoto alle forze dell'ordine, che avevano già, nei computer, registrato il suo Dna. Ieri la confessione.

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