Colpito da un infarto nel rifugio lo salvano i gestori e la forestale

SELVA DI CADORE. Salvato dal tempestivo intervento dei gestori del rifugio e degli uomini della forestale.
I suoi angeli custodi li ha trovati a Cima Fertazza (Selva di Cadore) un alpinista italiano che, lunedì pomeriggio, era stato colto da un improvviso malore mentre si trovava nel rifugio Belvedere.
Accortasi (poco dopo le 15) di quanto stava succedendo e dopo aver valutato l’eneità del problema, con l’uomo che accusava un forte dolore al petto ed evidenti difficoltà respiratorie, la gestrice del rifugio provvedeva immediatamente a contattare il personale forestale in servizio di vigilanza e soccorso piste da sci nel comprensorio sciistico del Civetta.
Tempestivo l’intervento dei forestali, che una volta all’interno della struttura trovavano un uomo sdraiato su una panca e visibilmente sofferente. In base ai sintomi riferiti dallo stesso, i soccorritori presumevano potesse trattarsi di un infarto in atto, contattando così la centrale operativa del Suem 118 di Pieve di Cadore, che dopo aver ipotizzato il quadro clinico sulla base del resoconto fornito dal personale forestale, disponeva l’immediato invio sul posto dell’eliambulanza.
In pochi minuti l’elicottero, dopo aver individuato il rifugio, sbarcava sul posto il medico e l’infermiere, che procedevano subito a visitare l’uomo, provvedendo anche a somministrargli una flebo e applicatarli l’apparecchiatura medica per monitorare l’attività cardiaca.
Il personale forestale, unitamente alla gestrice del rifugio Belvedere, Michela Torre, si mettevano a disposizione del personale sanitario per l’immediato imbarco sull’eliambulanza e il trasferimento dell’uomo all’ospedale San Martino di Belluno.
Un soccorso tanto tempestivo quanto provvidenziale, visto che al nosocomio del capoluogo bellunese i medici confermavano che i dolori accusati dall’uomo al rifugio Fertazza erano effettivamente da ricondursi a un infarto in corso.
La moglie dell’infortunato, contattando ieri il rifugio, riferiva inoltre che l’uomo se l’era cavata solo grazie alla prontezza dei soccorsi prestati dal personale forestale e dal gestore del rifugio Belvedere.
La moglie riferiva, inoltre, che il marito, appena giunto all’ospedale di Belluno, era stato operato a seguito del problema cardiaco e ricoverato in terapia intensiva.
E appena ripreso conoscenza, ieri pomeriggio, è stato lo stesso uomo a inviare un sms di ringraziamento agli uomini del corpo forestale, precisando che solo un’altra decina di minuti di ritardo nei soccorsi, stando a quello che gli avevano riferito i medici del San martino di belluno, gli sarebbe risultata fatale.
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