Cnsas, tanti i soccorsi causati da negligenza «L’elicottero si paga»

BELLUNO. «L’incidente può capitare a tutti, anche a persone esperte, non si vuol criminalizzare nessuno, ma i dati, riscontrabili anche a livello nazionale e non solo sulle Dolomiti bellunesi sono inconfutabili: negli anni il livello di preparazione tecnica e psicofisica di chi affronta la montagna si è abbassato in maniera preoccupante. E non è un caso che resti elevato il numero degli interventi direttamente riconducibili a imprudenza o negligenza delle persone soccorse, chiamate poi a pagare l’intervento stesso».
A diagnosticare uno dei mali più seri del turismo in montagna è il delegato provinciale del Soccorso alpino bellunese, Fabio “Rufus” Bristot. «Gli interventi si soccorso a persone colpite da malori, sfinimenti o mal di montagna sono in aumento indiscriminato, a conferma di un abbassamento notevole della preparazione psicofica di chi affronta la montagna. C’è troppa superficialità da una parte e un utilizzo non cosciente dei supporti informatici: ormai due minuti di visita su Google esauriscono quella una volta era una pianificazione a tutto tondo, chiedendo informazioni alle guide alpine o alla gente del posto. È indubbio che sono in preoccupante crescita le persone poco preparate, che affrontano la montagna con leggerezza. Il Cnsas vuole che la gente vada in montagna, ma l’approccio deve essere consapevole».
I 120 mila euro che negli ultimi anni l’Usl fattura in media, a stagione, per operazioni di recupero in elicottero riconducibili a imprudenza o negligenza dei soggetti soccorsi, come ha ricordato il direttore del Suem, restano una cifra approssimata al ribasso, a conferma che il fenomeno non è più trascurabile. E non a caso, proprio dopo Veneto e Valle d’Aosta, anche la Lombardia ha recentemente emanato una legge regionale specifica in materia, ovvero sull’addebitamento del soccorso quando a renderlo necessario non è stato un incidente o una calamità. In Veneto, più precisamente, esiste una delibera regionale che prevede l’addebito per i casi impropri già dal 1999, poi adeguata nel 2011 e che ora andrebbe nuovamente aggiornata: niente di nuovo insomma, nessun giro di vite contro gli escursionisti».
Delibera che, dal 2011, prevede una tariffa di 92 euro per ogni minuto in volo dell’elicottero, ai quali vanno aggiunte le spese per l’impiego delle squadre del Soccorso alpino. «Stiamo ovviamente parlando dei casi in cui la persona soccorsa viene recuperata illesa, a cui viene addebitato l’intero costo dell’intervento. Se invece la persona imprudente è ferita, gli può essere addebitato un ticket fino a un massimo di 500 euro. Parametri, ovviamente, validi per i non assicurati, che per quanto riguarda gli italiani soccorsi nel 2014 vuol dire il 97 per cento».
Nessuno scandalo, insomma, se sulle Dolomiti bellunesi l’intervento di soccorso in elicottero, operato da Suem 118 e Soccorso alpino, si paga in caso di appurata imprudenza. «Anche per una prestazione medica minima si paga il ticket, non vedo perchè non debba essere lo stesso per l’eliambulanza. Anche perchè in questo caso parliamo di costi che hanno una rilevanza economica, che ricade sulla società, piuttosto importante».
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