Cinema a Paludi Sei sale in progetto e spazi per i giochi

PONTE NELLE ALPI. Sei sale cinematografiche, un bowling, attrezzature ludiche e sale da gioco, una parte commerciale non alimentare.
Questo in sintesi il progetto che sta dietro alla riapertura del centro di Paludi a Ponte nelle Alpi, come avanzato dalla Tm 2 spa. L’azienda di San Giovanni in Lupatoto ha chiesto di poter aprire una superficie di vendita di 7300 metri quadri nel settore merceologico non alimentare. Ha presentato relativo progetto ma trattandosi di un’area così vasta, la pratica è affare che travalica i confini sia comunali che provinciali, andando direttamente in Regione.
La conferenza dei servizi che era stata convocata per il 20 maggio scorso è stata rinviata all’11 giugno, sempre a Venezia nella Direzione regionale commercio: causa “tecnica” il motivo dello slittamento del tavolo che dovrà alla fine autorizzare o meno l’investimento a Paludi da parte della azienda proprietaria dell’immobile.
Manca infatti solo l’autorizzazione regionale per il completamento dell’iter per la riapertura di Paludi, ma prima occorre sistemare i locali per i quali servono interventi di stabilizzazione in un’area nota per il suo carattere “mobile”.
«Da quel che ho capito manca della documentazione che la ditta dovrà produrre: la Regione ha chiesto alcune certificazioni in più per il carattere dell’intervento», spiega il sindaco di Ponte Paolo Vendramini. «Trattandosi di una superficie così ampia e che rientra in determinati parametri, la cosa va oltre sia i confini comunali che provinciali e dev’essere trattata in Regione».
Il progetto prevede il ripristino dell’area commerciale con investimenti che riguardano realtà economiche di tipo ludico: sale giochi, un bowling, attrezzature da gioco e una multisala. Ben sei sale cinematografiche sono previste a Paludi: un centro che a questo punto entra direttamente in concorrenza con la multisala Lumiere nella zona della Veneggia e che pone anche qualche quesito sulla soddisfazione in termini di utenza di questa offerta culturale. Quindi un negozio di articoli non alimentari di non meglio specificata identità. Quanto ai tempi, sembrano ancora lunghi.
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