Carlo Calzà, l’olimpionico di Cortina 1956 che a 89 anni si fa ancora valere tra i Master

Iniziò con l’hockey, passò al pattinaggio che gli regalò la partecipazione ai Giochi, oggi si diverte a sciare e dà spesso la paga ai più giovani 

IL PERSONAGGIO

Nel 2026, a distanza di 70 anni, Cortina sarà nuovamente città olimpica. Sarà un evento completamente diverso da quello che fu nel lontano 1956, anno che ha visto tra i protagonisti dei Giochi anche il cortinese Carlo Calzà: allora poco più che ventenne, gareggiò nel pattinaggio di velocità. Socio dello Sci club Cortina, nonostante i suoi 89 anni Calzà è ancora attivo a livello agonistico col gruppo Master di sci alpino.

Oggi la vediamo attivo nello sci alpino, ma nel 1956 la disciplina che la portò alle Olimpiadi fu il pattinaggio di velocità. Ci può raccontare come si è avvicinato a questo sport?

«Ho iniziato con il pattinaggio di velocità a circa 20 anni. Prima il mio sport era l’hockey su ghiaccio, poi ci hanno proposto la velocità. Qui a Cortina c’era Romano Apollonio che correva con i pattini, fu lui il primo; era molto forte, correva a Milano con i professionisti dell’epoca. Fu Apollonio a proporci di provare questo sport».

Dove e come vi allenavate all’epoca?

«Ci allenavamo allo stadio, sulla pista per l’hockey, matante vote sui laghi: Misurina, Dobbiaco, Costalares. Sul ghiaccio naturale, come lo trovavamo. Misurina andava benissimo: il percorso di allenamento era più lungo di quello dello stadio, che aveva un anello di 125metri o poco più: troppo corto per noi pattinatori. A Misurina, invece, potevamo fare strada».

Com’è che è stato selezionato per partecipare ai Giochi? Per quale distanza?

«Allora la squadra forte del pattinaggio di velocità era composta dai “milanesi”: Caroli, Citterio, Musolino, Tomasi. E poi c’ero io che, a differenza loro che andavano forte sulle distanze brevi tipo i 500 metri, andavo meglio su quelle più lunghe: 3. 000, 5. 000, 10. 000. Caroli e Citterio hanno fatto le distanze corte, io e Tomasi le lunghe».

Cosa ha provato quando si è trovato a sfilare nello stadio con la nazionale?

«La sfilata di apertura se ben ricordo era in centro a Cortina. È stato bellissimo, emozionante, perché erano le Olimpiadi; ma allora non era come oggi, che c’è la televisione, ci sono le dirette... Le Olimpiadi oggi sono un evento che si conosce e di cui si sente parlare molto. Noi avevamo vent’anni e, finché non ci siamo trovati lì a sfilare in divisa e con la bandiera italiana, non ce ne rendevamo conto più di tanto di cosa fosse essere ai Giochi».

Ci può descrivere il luogo dove ha gareggiato? Com’era il ghiaccio? La temperatura? Il meteo?

«Abbiamo gareggiato sul lago di Misurina. Solitamente il ghiaccio lì era bellissimo, ma nei giorni delle gare c’erano 30 gradi sotto zero, era freddissimo, burrasca, neve in pista... Sono state Olimpiadi purtroppo condizionate tutte dal maltempo, il ghiaccio era rotto e frastagliato».

Come andò la sua gara?

«Non fu una grande gara: c’era troppo freddo e quando ho gareggiato io il ghiaccio era rovinatissimo, perché vi era passata già tanta gente. Vinsero i russi, che erano tutti abituati a correre in quelle condizioni meteo».

Quali ricordi porta con sé dei Giochi di Cortina?

«Non ho tanti bei ricordi di quell’evento. È stato bello perché erano le Olimpiadi, ma purtroppo mal riuscite a causa del brutto tempo. La pista era in brutte condizioni e le due gare dei 5. 000 e dei 10. 000 interminabili per il freddo e la burrasca: una tragedia. C’erano persone che mi dicevano di buttarmi per terra e finirla lì, la gara; ma io ho voluto tenere duro e arrivare alla fine, ma è stata forse la gara più brutta per me».

Cosa significa, nella vita di un atleta, partecipare ai Giochi olimpici?

«La partecipazione ai Giochi mi ha dato tanto: sono stato considerato molto nella vita in qualità di ex olimpico, lo sono ancora adesso. Tanti riconoscimenti, inviti a manifestazioni, prestigio personale...».

Come ha reagito alla notizia dell’assegnazione dei Giochi 2026 a Cortina?

«Una bellissima notizia. Vediamo come sarà l’organizzazione. Ma ora siamo attrezzati, ci sono le strutture, è tutto diverso rispetto al’56...»

Le manca il pattinaggio di velocità?

«Chiaro che mi manca: sono stato uno dei promotori di questo sport a Cortina, assieme a Romano Apollonio, ma alla mia età ormai… Ora mi diverto a sciare, faccio ancora gare con lo Sci club Cortina Master; e con buoni risultati...». —

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