Caccia proibita, cervi abbattuti a Cesio

Nelle ultime settimane diverse segnalazioni, un maschio coronato colpito al collo
 CESIOMAGGIORE.
Cervi uccisi nel periodo di chiusura della caccia agli ungulati. Il fatto più eclatante risale a una ventina di giorni fa, quando un esemplare coronato, di grossa taglia, è stato trovato morto per una ferita d'arma da fuoco sul collo. Ma non è l'unico episodio di presunto bracconaggio venuto alla luce nell'oasi della val Canzoi. Nelle ultime settimane, nonostante il divieto, più di un cervo è stato abbattuto dalle doppiette.
 Resti di animali scuoiati sono stati abbandonati in varie località del cesiolino, tutte vicino alle strade (dov'è facile immaginare la presenza di veicoli pronti a caricare la carne migliore), mentre alcuni cittadini hanno sentito in più di un'occasione il rumore di spari notturni.  
Caccia abusiva.
Lascia pochi dubbi il caso di un cervo maschio di grandi dimensioni (circa 180 chili), rinvenuto a Laghetti di Sant'Eustachio da un turista che stava cercando lumache. Il recupero è stato effettuato il 23 luglio da Mirco Dal Zot, consigliere della riserva alpina di Cesio, che con l'aiuto di altre persone, tra cui il presidente dell'associazione Renzo Casanova, ha caricato la carcassa sull'Ape per rimuoverla. «L'animale aveva i segni di uno sparo vicino al cervello, era stato abbattuto da un paio di giorni, anche se con il caldo estivo, la carne era già in putrefazione», dice Casanova. «Era una magnifica bestia. Quanto accaduto è inconcepibile. Purtroppo ogni anno si registrano episodi illeciti, nonostante i controlli delle guardie provinciali», aggiunge. «Forse sono professionisti del mestiere. E alla fine ci rimettono i cacciatori onesti. Facciamo tanti sacrifici per il miglioramento ambientale e dopo succedono casi come questo».  
Aree a rischio.
La val Canzoi è il territorio più colpito e Dal Zot punta il dito su atti di presunto bracconaggio. «Deve essere una banda organizzata. Spariscono più bestie a causa delle battute abusive, di notte con i fari e i silenziatori piuttosto che nella stagione autorizzata», evidenzia. «Se un cervo cade subito a terra, viene portato via. Altrimenti l'animale ferito si allontana e chi spara preferisce dileguarsi in fretta invece di cercarlo. È un grosso problema». Inoltre, «in primavera erano stati lasciati i resti di un cervo (come la pelle e le zampe) in mezzo a un prato tra le casere nell'area di Fraina».  E ancora: in località Cansech, ai primi di marzo una persona del luogo in passeggiata con il cane ha trovato un cervo scuoiato, mentre un altro esemplare sarebbe stato rinvenuto in avanzato stato di decomposizione al confine tra Cesiomaggiore e Feltre, nella zona di Montagne.  
Capitolo sicurezza.
Ci sono poi numerose segnalazioni dal Basso Feltrino sul mancato rispetto delle distanze di sicurezza dai luoghi abitati nella caccia al cinghiale (la cui stagione venatoria è tuttora aperta). Le ha registrate dalla primavera ad oggi l'osservatorio "Luciano Cerutti", che pone l'attenzione anche sulla vicinanza alle case delle altane, cioè i luoghi di appostamento dei cacciatori.

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