Bivacchi e ferrate da sistemare: «La Schiara merita più attenzione»

Il consigliere di minoranza Rufus Bristot striglia il Comune: «Rifugi inservibili e vie alpine con scarsa manutenzione»

BELLUNO

«Il Comune ha un tesoretto turistico tra le mani, tra la valle dell’Ardo e il gruppo della Schiara, che meriterebbe più attenzione».

Il consigliere del gruppo misto Fabio “Rufus” Bristot ha preparato un’interrogazione per chiedere quali siano le misure che l’amministrazione intende portare avanti per valorizzare la rete sentieristica e le ferrate della zona, sottolineando anche la necessità di una maggior manutenzione e messa in sicurezza delle infrastrutture dedicate ai tanti alpinisti, italiani e non, che scelgono la montagna bellunese per le proprie escursioni.

«Conosco bene la zona e mi sono giunte diverse segnalazioni dello stato precario delle ferrate e dei bivacchi che dovrebbero essere di supporto agli alpinisti», spiega Bristot, «il Cai sta facendo un gran lavoro sui sentieri e il Comune dovrebbe darsi una mossa per garantire la sicurezza di chi si muove in montagna, altrimenti rischia di perdere un importante bacino turistico cittadino. Questa interrogazione vuole destare gli animi, perché c’è bisogno anche di qualche strigliatina a fin di bene, creando, attraverso la risoluzione dei problemi esistenti e che vanno risolti senza tentennamenti, nuove e interessanti prospettive di consolidamento, crescita e sviluppo dell’intera zona, con possibili positive ricadute sull’intera città. Se il Comune tiene davvero al turismo come dice non può restare indifferente alla questione».

La spettacolarità della rete di sentieri, gole e forre della Schiara, tra le più incontaminate delle Dolomiti, infatti, si lega, in alto, con una rete di ferrate, la cui straordinaria varietà e bellezza viene paradossalmente osannata più all’estero che nel nostro paese. «Ma serve maggior sicurezza», continua Rufus, «ad eccezione del bivacco Bocco-Zago, posto lungo la via Ferrata Piero Rossi e recentemente realizzato dalla sezione di Dolo con l’aiuto del Soccorso alpino di Belluno, gli altri due risultano essere fortemente compromessi, tanto che il bivacco Sperti è da tempo inservibile, mentre il bivacco della Bernardina è privo da tempo di una manutenzione strutturale, non permettendo, in entrambi i casi, alcun tipo di ricovero in condizioni di igiene e decoro. Inoltre le ferrate Sperti, Zacchi, Berti, Marmol, dei tratti attrezzati Marino Guardiano e del tratto che sale da forcella Nerville verso la forcella del Marmol, in molte loro parti necessitano di una completa e complessiva manutenzione. Il Comune ha sollecitato l’Unione montana su questo tema?».

Ma se in quota la situazione non è delle migliori, nemmeno a valle sembra all’altezza della domanda turistica: «Parliamo di un asset turistico molto importante per Belluno, che attraverso l’asta dell’Ardo porta direttamente al cuore della città», continua Bristot, «una via preferenziale alla montagna che presenta una sentieristica frammentata e poco curata. Una serie di interventi mirati in quella zona non richiederebbe cifre spaventose per il Comune, che potrebbe anche richiedere finanziamenti alla Regione, all’Ente Parco o ai privati per realizzarli, sviluppando così un’offerta turistica di montagna con diversi gradi di difficoltà e accessibili ad ogni tipo di pubblico. Un percorso dall’alto valore naturalistico e culturale che dalla vetta della Schiara scende fino a Borgo Prà, per poi congiungersi al Piave e, idealmente, alla zona delle fontane di Nogarè, a sua volta dimenticata». —
 

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