Belluno capitale del gelato

In provincia si contano oltre 100 unità e 400 addetti nel comparto

Alessandro Michielli
Bancone di gelateria artigianale durante la rassegna di settore a Longarone Fiere
Bancone di gelateria artigianale durante la rassegna di settore a Longarone Fiere

È tempo d’estate, e anche agli statistici viene voglia di considerare, nelle loro analisi, qualcosa di “fresco”: che pur abbia rilevanza economica. Niente di meglio del comparto gelati, in particolare quello del gelato artigianale che vede la provincia di Belluno in grande spolvero. 

I dati diffusi in occasione in occasione della 45^ edizione di SIGEP (il Salone Internazionale di Gelateria, Pasticceria e Panificazione Artigianale tenutasi a Rimini lo scorso gennaio) evidenziano come l’Italia sia il primo Paese in Europa per numero di punti vendita (gelaterie pure, ma anche bar e pasticcerie che offrono gelato artigianale), come per giro d’affari, che ha sfiorato i 3 miliardi nel 2023 (+11% rispetto all’anno precedente).

La provincia di Belluno conta nel comparto 82 sedi (il 5,3% del totale regionale), 19 unità locali dipendenti (il 3,1% del totale regionale), e poco più di 400 addetti nel territorio. La quasi totalità delle imprese e unità locali, come è facile attendersi, si concentra nel codice Ateco 56.10.3 «Gelaterie e pasticcerie» (ricordiamo che le pasticcerie non sono scorporabili).

Adottando la misura degli addetti, il peso dei singoli settori del comparto diventa il seguente: il peso delle “gelaterie e pasticcerie” sul totale del comparto va dal 94,2% a livello nazionale, fino a sfiorare il 99% a Belluno. Il dato medio Veneto è del 94,1% e per Treviso è del 96%. Il peso delle attività di produzione di gelato senza vendita diretta (Ateco 10.52) è del 5,5% a livello nazionale e del 5,7% a livello Veneto, mentre a Treviso si ferma al 3,7% e a Belluno è quasi nullo (0,2%); - del tutto trascurabile, infine, il peso delle attività di gelaterie e pasticcerie ambulanti (Ateco 56.10.41).

Secondo i dati del settore gelati di Unione Italiana Food, nel 2023 l’Italia ha realizzato quasi 170 mila tonnellate di gelato industriale, per un valore di quasi 1,9 miliardi di euro, collocandosi al terzo posto tra i principali produttori europei di gelato, dopo Germania e Francia, ed in terza posizione come esportatore dopo Francia e Olanda. In termini di occupati il comparto del gelato impiega circa 75.400 addetti in Italia, di cui 7.800 in Veneto e 1.700 tra le province di Treviso e Belluno. Il caldo non deve far venire meno i distinguo metodologici. Questi numeri sono un’approssimazione di un comparto che contiene più attività:

In termini dimensionali, non emergono importanti differenze tra le attività di produzione manifatturiera e le gelaterie artigianali: chi produce gelati ha in media 5/6 addetti, contro i 3/4 addetti delle gelaterie e pasticcerie. Segno che prevale ovunque la dimensione artigiana, come si evince subito dai dati a seguire. Infatti, è netta la prevalenza delle imprese artigiane a tutti i livelli territoriali. In Veneto le sedi artigiane del comparto rappresentano l’82,5% del totale, quota che sale all’84,7% in provincia di Treviso, mentre è del 79,3% in provincia di Belluno.

Quasi un terzo delle sedi attive è impresa femminile con minime differenze fra territori. In queste attività l’incidenza dell’imprenditoria femminile è ben superiore al dato medio (regionale o provinciale) che viaggia attorno al 20-21%. Analoga cosa si riscontra per le imprese giovanili: nel comparto gelati pesano per quasi il 10%, contro una media del 7-7,5%. Anche qui, tanto in Veneto, quanto a Belluno e Treviso.

Guardando alla dinamica, si osserva anche per il comparto un andamento divergente fra sedi (in diminuzione) e filiali in aumento. Confrontando i dati a fine giugno 2024 con quelli di un anno prima, in Veneto il comparto perde 12 sedi d’impresa e guadagna 15 unità locali dipendenti. Nello stesso periodo, in provincia di Treviso le sedi diminuiscono su base annua di 7 unità cui corrisponde un’analoga crescita delle filiali (+7). Questo processo di compensazione può essere ricondotto ai fenomeni di plurilocalizzazione più volte evocati nei nostri report, e che possono riguardare anche reti di piccole gelaterie (un laboratorio con diversi punti vendita). Più sofferente Belluno, dove il comparto perde 6 sedi e si mantiene stazionario in termini di filiali.

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