Avviato l’iter per acquistare Casa Menardi

Cortina. Si tratta di un sesto dell’immobile che dovrà diventare il museo delle tradizioni ampezzane

CORTINA. Prosegue l'iter per far sì che Casa Menardi a Gilardon diventi un museo per la valorizzazione delle tradizioni e dell'identità culturale ampezzane. Il responsabile dell'ufficio patrimonio, Gianluca Masolo, ha affidato all'architetto Matteo Apollonio l'incarico per redigere la perizia di stima di un sesto dell'immobile, per un compenso di 3 mila euro. La determina dell'incarico è stata pubblicata all'albo ieri. L'abitazione, che risale al 1476, era di proprietà di Rosa Menardi, scomparsa ad aprile del 2015. Nel 1986 fu la stessa Menardi a far vincolare l'edificio al Ministero dei Beni Architettonici affinché diventasse un museo delle tradizioni ampezzane.

Nel gennaio 2015 il consiglio comunale votò all'unanimità la delibera che prevedeva che il Comune si avvalesse del diritto di prelazione su una parte dell'immobile che era stato messo in vendita. Il Comune entrò quindi in possesso di due sesti dell'abitazione per 450 mila euro. Restava un sesto di casa che la Menardi aveva donato. Ora la proprietaria del sesto di casa, ha deciso di venderlo al Comune. È quindi partito l'iter. Sarà fatta la perizia di stima e poi si dovrà deliberare per l'acquisto.

Una volta che il Comune entrerà in possesso di tutta la casa, che è grande 890 metri quadri distribuiti su tre piani, si potrà riqualificare l'immobile e creare il museo delle tradizioni ampezzane. Il costo della riqualificazione non sarà interamente a carico del Comune. I beni vincolati diventano infatti beni pubblici di proprietà nominale della Sovrintendenza, ed esiste un fondo dei Beni culturali al quale attingere per investire sugli immobili vincolati che l'amministrazione potrà utilizzare.

Così si potrà anche onorare la volontà di Rosa Menardi “de Vico”, una donna che ha vissuto tutta la sua vita nell'impegno per difendere e tramandare storia, lingua, cultura, usanze e tradizioni del paese. È stata per decenni insegnante nella storica scuola d'arte e ha prodotto svariati scritti, in ladino ampezzano e in italiano, per tramandare vicende del passato. Ha collaborato con l'Union de i Ladis de Anpezo. È stata fra i ricercatori che hanno lavorato per la redazione del vocabolario delle Regole d'Ampezzo, con il primo volume edito nel 1986, il secondo nel 1997. Ha conservato carte e documenti, opere d'arte e suppellettili, diari di guerra e attrezzi agricoli, nella sua casa di Gilardon: tutto potrebbe essere in mostra quando la sua casa diverrà un museo. (a.s)

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi