Artrosi al ginocchio, al via nuovo intervento per ridurre il dolore

L’ospedale di Belluno primo nel Triveneto nell’attivare questa procedura sugli anziani e che vede la collaborazione tra i reparti di Radiologia e di Ortopedia

Da sinistra Giovanni Balestriero, Giuseppe Dal Ben e Corradio D'Antimo
Da sinistra Giovanni Balestriero, Giuseppe Dal Ben e Corradio D'Antimo

Partita nell’ospedale San Martino di Belluno la procedura per ridurre il dolore degli anziani derivante dall’artrosi alle ginocchia.  Ad oggi sono stati eseguiti sei interventi.

Prima nel Triveneto, l’Ulss 1 Dolomiti ha avviato qualche mese fa questa attività che vede la Radiologia interventistica e l’Ortopedia unire le forze e le competenze per dare agli anziani la possibilità di avere una qualità di vita migliore. «Questo gioco di squadra  è importante», commenta il commissario straordinario Giuseppe Dal Ben, «la collaborazione tra unità operative è ormai da tempo il nostro modo di agire e di dare risposte alle esigenze dei nostri cittadini».  

 

«Si tratta dell’embolizzazione delle arterie genicolate cioè delle ginocchia e questo intervento», precisa il primario della Radiologia di Belluno, Giovanni Balestriero, «ha lo scopo di ridurre in maniera significativa il dolore cronico di origine artrosica delle ginocchia. Si calcola che il 70% dei pazienti operati vede una riduzione del dolore.  L’operazione viene eseguita in anestesia locale, su paziente sveglio e in regime di day surgery. Il radiologo interventista entra nell’arteria femorale del paziente con un catetere e tramite il liquido di contrasto vengono evidenziate le arteriole che vanno a vascolizzare il tessuto infiammatorio del ginocchio. Una volta individuate vengono introdotte delle micro particelle riassorbibili  in poche ore che vanno a chiudere temporaneamente (embolizzate) le arterie del ginocchio. Togliendo l’apporto di sangue arterioso si riduce così l’infiammazione e quindi il dolore al ginocchio».

L’intervento dura circa un’ora e gli effetti benefici posso durare da qualche mese a un anno. 

Ma non tutti i pazienti possono essere sottoposti a questa operazione. «Servono pazienti con protesi al ginocchio dolorosa, o con dolore non candidabili alla protesi di ginocchio o viene utilizzata come primo step meno invasivo rispetto all’intervento chirurgico», evidenzia il primario dell’Ortopedia, Corrado D’Antimo. 

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi