Applausi a Ponte per la storia dei caregheta
PONTE NELLE ALPI
Applausi l’altra sera a Ponte nelle Alpi per «Conthacareghe - L’epopea triste e gloriosa dei seggiolai bellunesi», la rappresentazione storico-culturale proposta dall’associazione culturale Cantalaora con il supporto del Circolo Astra di Ponte nelle Alpi.
Le vicende dei «conze», i seggiolai emigranti stagionali che hanno segnato oltre due secoli di vita dei paesi della Conca agordina, sono state seguite, sabato scorso, da un attento e partecipe pubblico.
L’evento consisteva in un «racconto» con immagini e testimonianze effettuato da Francesco Padovani e Enrico Stalliviere coadiuvati da intermezzi musicali di Josef, suonatore ambulante all’organetto meccanico. La manifestazione dedicata a quest’antica tradizione bellunese si è tenuta nella sala «Tina Merlin», nella biblioteca comunale di via Mangiarotti a Polpet.
I seggiolai partivano , prima a piedi, poi in bicicletta, e raggiungevano dopo giorni e giorni i luoghi di lavoro nella pianura veneta, in Romagna e in Francia con la cassetta degli attrezzi in spalla e poche cose personali di corredo. I primi si limitarono a spostarsi nell’ambito del Veneto, poi seguirono mete via via più distanti: Lombardia, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Marche, la Francia, soprattutto quella centro-meridionale. Ad aiutare negli spostamenti arrivarono, solo ai primi del Novecento, il carretto, subito seguito nel 1910 dalle prime biciclette.
Aspetto del tutto originale e furbesco dei migrar dei seggiolai agordini, l'invenzione di un linguaggio particolare detto «El scapelament dei conthe»: una parlata gergale comprensibile solo agli addetti ai lavori, per comunicarsi informazioni e segreti alla presenza di orecchie indiscrete, soprattutto se erano quelle dei clienti.
Francesco Padovani ed Enrico Stalliviere, curatori del racconto, fanno parte del sodalizio Cantalaora, il gruppo di musica popolare del Feltrino che ripropone vecchi canti tradizionali veneti. L’evento dell’altra sera è propedeutico ad corso di “caregheta” (l’arte di impagliare sedie e sgabelli) che ha preso il via in questi giorni e che impegnerà i partecipanti per tre serate .
L’iniziativa ha trovato il sostegno del circolo Astra (acronimo di Associazione sportiva, turistica, ricreativa e assistenziale.
Paolo Baracetti
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