Anteas, in prima linea a Belluno per aiutare i deboli. "Servono volontari"

Almeno 700 soci si contano nel Bellunese con sei sodalizi. Maurizio Vecchio: «Facciamo fatica a trovare un ricambio»

Il trasporto a domicilio della spesa a chi si trova in difficoltà, il trasporto degli anziani e dei disabili, il disbrigo delle pratiche per il trasferimento delle salme in Macedonia. Queste e tante altre sono le attività che svolgono le sei associazioni bellunesi che fanno capo ad Anteas, associazione presente sul territorio nazionale con circa 500 associazioni di volontariato e di promozione sociale e che conta oltre 80000 soci aderenti, uniti da una “rete”.

Questi i numeri nazionali. Anteas, come Associazione Nazionale Terza Età attive e Solidarietà, nasce nell’aprile del 1996 traendo spunto da diverse esperienze locali promosse e sostenute dalla Federazione Nazionale Pensionati Cisl. Nel Bellunese è presente da più di vent’anni con attualmente 700 soci circa. La sede è in via Vittorio Veneto. Queste le sei associazioni: Vita a Fonzaso, La Cometa a Seren, Monte Perina a Cesio Maggiore, il Focolare a San Gregorio delle Alpi, Pelego in Cadore e Reka Radika a Feltre.

Il presidente provinciale e consigliere nazionale Maurizio Vecchio racconta così la sua associazione.

Ci può illustrare le peculiarità del lavoro di Anteas nel territorio bellunese?

«Operiamo dal Cadore a Fornzaso, Seren Del Grappa, Cesiomaggiore e Santa Giustina. Le sei associazioni sono impegnate in ambito sociale con trasporti degli anziani dal luogo di residenza alle case di riposo, con l’operatività nei Centri Alzheimer, nelle collette alimentari, nelle manifestazioni varie con i babbi natele e le befane. Ci si occupa inoltre dell’apertura e chiusura della biblioteca a Seren del Grappa, inoltre viene curato il servizio dei nonni vigili davanti alle scuole ed in alcune località viene svolto il servizio di gestione dei parcheggi nelle manifestazioni. Queste la maggior parte delle attività svolte dalle nostre associazioni».

Qual è l’ambito di operatività?

«Nei comuni referenti. Ogni associazione ha dei comuni di riferimento, per esempio l’Associazione Pelego, che svolge la propria attività in Cadore, ha un bacino di comuni in cui opera, come possono essere Cibiana o Vodo e altri. Però i trasporti possono essere effettuati anche esternamente ai comuni di pertinenza, quindi dove ci sono le esigenze di accompagnare le varie persone. Generalmente ci sono delle convenzioni con i Comuni e le case di riposo, poi ci sono i residenti che ne possono fare richiesta».

Riuscite a rispondere bene alle esigenze di tipo sociale sul territorio?

«Si riesce a rispondere a tutte. Purtroppo il problema attuale è che si fatica a trovare un ricambio: i volontari non sono più dei cinquantenni, in quanto ora le persone vanno in pensione a settant’anni ed è più difficile inserirle. Si fatica quindi a trovare nuovi operatori sia per quanto riguarda gli autisti, sia per i volontari che operano nelle case di riposo, sia per tutte le altre esigenze».

Per il Bellunese, avete dei progetti per il futuro?

«Al momento non ci sono progetti in cantiere. Nel 2019 abbiamo ultimato un progetto che aveva rilevanza regionale, riguardante una serie di interviste sui sessantacinquenni. A livello locale allo stato attuale per il 2020 non c’è nulla come programmazione. Per il futuro bisognerà attendere, anche perché con la riforma del “terzo settore” è cambiata tutta la normativa sui progetti. Gli obbiettivi sono e rimangono portare aiuto alle persone bisognose, come ad esempio quello di portare la spesa a casa in questo momento di emergenza».

Con le altre associazioni della provincia, riuscite ad essere in sinergia?

«Sì. Se c’è bisogno ci si aiuta e si condividono dei progetti insieme. Poi ogni “sodalizio” ha i suoi associati che usufruiscono dei trasporti, per esempio a Feltre c’è l’Auser e non ci sono associazioni che fanno capo ad Anteas. Ognuno infatti ha il suo bacino di utenza, però si riesce a lavorare insieme. Se qualcuno non è nelle condizioni di effettuare determinate operazioni in ambito sociale, chiede aiuto a noi o alle altre associazioni».

Ultima domanda: trovate impedimenti alle vostre azioni, ad esempio per mancanza di mezzi o strumenti?

«Al momento no. Per quanto riguarda i trasporti le associazioni hanno tutte i loro mezzi. Noi eroghiamo i vari contributi alle associazioni e riusciamo a far fronte alle varie esigenze che vengono a manifestarsi». —
 

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