Una pedalata tutti insieme per celebrare la Granfondo Sportful

FELTRE
Ieri si sarebbe dovuta disputare la 26ª edizione della Sportful Dolomiti Race, la granfondo proposta dal Pedale Feltrino che ogni anno porta a Feltre 5.000 ciclisti amatori da tutto il mondo. Covid-19 ha però portato a stoppare tutto e allora sui pedali è salito il comitato organizzatore. Lo staff organizzativo, guidato dal presidente Ivan Piol, ha pensato che, dopo venticinque anni e dopo il grande successo della tappa del Giro d’Italia dell’anno scorso sullo stesso tracciato della granfondo, non era giusto far passare la terza domenica di giugno senza evento alcuno.
IN BICI ALLE 7
Così tutti quelli che fanno parte dello staff sono saliti in bicicletta e, alle 7, orario della partenza della granfondo da largo Castaldi (e rispettando il previsto distanziamento sociale) si sono schierati alla partenza e sono partiti per onorare la granfondo che non c’era. Sui pedali anche Alessio Cremonese (amministratore delegato di Sportful), Steve Smith (brand manager), gli amici speaker storici della manifestazione, Paolo Mutton e Paolo Mei, il dj ufficiale della Marco Testa (in arte dj Cavallo) e i meccanici Massimiliano Dalla Rosa e Fabrizio Galeazzi che hanno organizzato un’assistenza con e-bike. Comune denominatore la voglia di onorare l’edizione che non c’era, una cosa senza precedenti nella storia della manifestazione, visto che nemmeno la neve del 2010 e la tempesta Vaia che si era portata via 700 metri di strada sul Manghen erano riusciti a far saltare tutto.
PRESENTE ANCHE PERENZIN
A dare la partenza con la tradizionale bandiera a scacchi ci ha pensato il sindaco di Feltre, Paolo Perenzin. Sull’onda dell’insegnamento dell’amico del comitato Alex Zanardi (spesso a Feltre per gli eventi del Pedale Feltrino) cui sono andati il pensiero e l’affetto dei presenti alla partenza, gli organizzatori non si sono fatti spezzare dal Covid ma solo piegare. Molti componenti del comitato sono tornati sui pedali dopo anni che non andavano in bicicletta, hanno deciso di pedalare chiaramente non tutto il percorso ma solo l’ultima salita, quella che porta a Passo Croce d’Aune dove si trova il monumento a Tullio Campagnolo (la cui inaugurazione nel 1995 ha segnato anche la nascita della granfondo). Sui pedali anche Andrea Parteli, primo presidente del comitato organizzatore, prima di passare il testimone a Piol nel 1998. Prima dell’ascesa a Croce d’Aune, un passaggio a Lamon - dove ad attendere il comitato c’era il sindaco Ornella Noventa per un saluto – che vedrà il passaggio di uno dei due percorso della Sportful Dolomiti Race il prossimo anno.
IL SALUTO DI UN AMICO
Sorpresa a Sorriva di Sovramonte, dove ad aspettare il comitato c’era Alberto Caretta, vicentino di Torri di Quartesolo, classe 1962, che non ha mai mancato una delle edizioni. «Per me è il primo anno senza granfondo Sportful Dolomiti Race e nel mio calendario c’è un vuoto enorme» ha detto Carretta, legato all’altopiano in quanto di Sovramonte è originaria la moglie, «così sono venuto a Sorriva per fare almeno un tratto di granfondo insieme agli amici di sempre». Caretta era con i figli Federico, 9 anni, e Alessandro, 14, anch’essi in sella. «Da grande voglio fare il ciclista professionista e diventare come Nibali» ha detto Federico, senza timore delle pendenze anche al 13 per cento, «per il mio compleanno il papà mia ha regalato finalmente una bici seria con tutti i rapporti che mi servono». —
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