Tradito dal cuore: è morto Chinaglia

ROMA. Giorgio Chinaglia è morto in Florida, tradito dal cuore a soli 65 anni. L'annuncio, piangendo, lo ha dato dalla Florida il figlio Anthony.
Dal 1983 Long John aveva appeso gli scarpini al chiodo,ma la sua vita ha continuato a essere piena di dribbling, tra annunci, fallimenti e truffe. In Italia, nella sua Roma dove negli anni '70 era un eroe, Giorgio Chinaglia non poteva più tornarci. Dalla primavera del 2006, infatti, era iscritto nel registro degli indagati con l'accusa di riciclaggio, poi un'ordinanza di custodia cautelare per estorsione e aggiotaggio, nell'inchiesta sulle irregolarità' nella scalata alla SS Lazio. Infine, nel luglio 2008, il suo nome è stato accostato al clan dei Casalesi.
Ma l'ex bomber della Lazio, prima di decidere di far parlare di sé anche fuori dal campo, era stato la bandiera dei biancocelesti di Maestrelli, quelli dello scudetto del '74. Era tanto forte in mezzo al campo, quanto provocatore fuori. A San Siro, di fronte ai tifosi interisti, scalciò il compagno di squadra D'Amico, reo di non aver rincorso Sandro Mazzola. All’Olimpico, dopo un gol nel derby, andò a esultare sotto la Sud, curva dei romanisti. Al San Paolo, prima di Napoli-Lazio, salutò il pubblico di casa mostrando le corna. Celebre anche il “vaffa” al cittì della nazionale dopo una sostituzione contro Haiti. Chinaglia concluse, poi, la sua carriera oltreoceano, al Cosmos, club newyorkese dove giocarono anche Pelè e Beckenbauer. L'avventura nel calcio statunitense durò sette anni, Chinaglia fu il miglior marcatore della storia della North American Soccer League: segnò 193 gol in 213 partite.
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