Sono le strade della leggenda della corsa

BELLUNO. Ritorna al Giro d'Italia il Sellaronda, vale a dire il "giro dei quattro passi" della valli ladine: Pordoi, Sella, Gardena e Campolongo. Sellaronda che costituirà parte fondamentale della tappa odierna, anche se il momento clou della giornata sarà, con ogni probabilità, il Giau. I quattro passi hanno un fascino indubitabile e hanno scritto pagine importanti nella storia del Giro e del ciclismo.
La prima volta che furono proposti in rapida successione fu all'inizio degli anni Ottanta: 1983 e 1984. Due tappe memorabili: la prima volta protagonisti Saronni e Visentini, la seconda Moser e Fignon. Su queste strade, in particolare Giau e Campolongo, il transalpino visse anche un dramma: quello del Giro del 1992. Ripercorriamo brevemente queste vicende. 1983, ad Arabba l'impresa di Saronni. Qualche tempo fa, Pietro Algeri, suo direttore sportivo ai tempi della "Del Tongo", ha definito la tappa Selva di Valgardena-Arabba (169 chilometri con Campolongo, Pordoi, Sella, gardena e ancora Campolongo) del Giro 1983, una delle imprese più grandi di Giuseppe Saronni.
Quel giorno, era venerdì 3 giugno, il campione del mondo non vinse la tappa ma vinse il Giro: attaccato da Visentini, e alle prese con qualche linea di febbre, seppe resistere (fondamentale sui quattro passi il supporto del tedesco Dietrich Thurau) e mantenere il vantaggio necessario per affrontare le ultime due frazioni e conquistare il suo secondo Giro d'Italia dopo quello del 1979. La vittoria di tappa andò al bergamasco della Bianchi Alessandro Paganessi. 1984, ad Arabba l'impresa di Fignon.
Anche l'anno successivo il Giro propone la Selva di Valgardena-Arabba. È venerdì8 giugno e il duello annunciato è tra Francesco Moser (maglia rosa) e Laurent Fignon. Il francese attacca sul Pordoi e fa il vuoto. Ad Arabba taglia il traguardo in perfetta solitudine e oltre alla tappa veste anche la maglia rosa. Si tratta di uno dei gesti atletici più importanti del "professore" che fu capace d vincere il Tour del 1983 e del 1984. Due giorni dopo, però, a Verona, nella crono finale Moser si riprenderà la maglia rosa. 1992, sul Giau il dramma di Fignon Fignon, che un Giro seppe vincerlo (quello 1989, prese la rosa, per non lasciarla più, nella Misurina-Corvara), proprio sulle Dolomiti visse uno dei momenti più difficili di atleta. È il 5 giugno 1992 e si corre la Bassano - Corvara. Fignon sul Giau si stacca. In crisi di fame e paralizzato dal freddo, transita sul Giau con oltre mezzora di ritardo. Altri minuti accumulati sul Falzarego e poi sul Campolongo. Scortato da Dirk De Wolf, arriva al traguardo quando le transenne sono ormai accatastate. (i.t.)
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi