Piccoli «moschettieri» crescono
Dopo quasi vent'anni di oblio, il fioretto è diventato una realtà a Belluno

Alice Sophie De Bona sistema il suo fioretto
BELLUNO.
Hanno il merito di aver riportato a Belluno la scherma, dopo 20 anni di oblio, e di aver creato, in 2 anni, un movimento di bambini e ragazzi appassionati al fioretto. Giovani e giovanissimi atleti che tengono alto il nome di Belluno in tutta Italia, partecipando a numerose gare a portando a casa risultati di grande prestigio. Patrizia Zuliani (presidente dell'associazione), Erica Cerentin (vice presidente), Francesco Sartore (consigliere) e Renato Cigalotto (consigliere) sono riusciti a mettere in piedi una società che ha riportato in auge la nobile arte della scherma anche a Belluno. In questa intervista svelano il percorso che li ha portati a dare vita al Circolo della Scherma città di Belluno.
Come vi è venuta l'idea di aprire il Circolo a Belluno? Ci raccontate gli inizi dell'associazione?
«Ci siamo conosciuti nel 2006, durante un corso di scherma con Fabio Dal Zotto. Per due anni abbiamo tirato tra noi, per divertirci, poi abbiamo deciso che era giusto divulgare questo meraviglioso sport a tutti i bambini di Belluno, per far provare loro qualcosa di diverso. Così il 1º ottobre 2008 è nato ufficialmente il Circolo della scherma Città di Belluno».
Ma eravate già istruttori o avete dovuto seguire dei corsi?
«Ci siamo specializzati. Francesco Sartore è oggi istruttore regionale, io (sta parlando Patrizia Zuliani, ndr) istruttore nazionale, Renato Cigalotto è tecnico d'armi e Erica Cerentin arbitro».
Il primo anno com'è andato?
«Eravamo pochi, una ventina appena. Ci allenavamo al palazzetto dello sport De Mas, e più che altro facevamo attività ludica, poco agonismo. Dal settembre 2009, quando ci siamo affiliati alla Fis (la Federazione italiana della scherma), abbiamo iniziato a portare i nostri ragazzi a fare qualche gara, e con ottimi risultati»
Infatti raccogliete sempre podi, e ottimi piazzamenti.
«Abbiamo una quindicina di bambini delle categorie esordienti, prime lame, maschietti e giovanissimi, che portiamo a gareggiare un po' dappertutto. Mandiamo tutti, anche chi ha appena iniziato, perchè è molto importante che capiscano subito cosa significa la competizione in questo sport».
Partecipano solo i più piccoli?
«No, portiamo anche i grandi, ma i risultati li abbiamo solo dai piccoli. Per due motivi: la testa, perchè a 8-9 anni hanno maggiore capacità di ascolto, e poi perchè i grandi si trovano davanti gente che tira da anni, e in questo sport l'esperienza conta moltissimo».
Insegnate solo il fioretto?
«Da quest'anno anche la spada. Sono due armi molto diverse, ma il fioretto è la base della scherma, è propedeutico. È molto tecnico, in ogni attacco bisogna offendere e difendere, mentre nella spada lo scopo è colpire prima dell'avversario. Noi puntiamo più sul fioretto, essendo la base, ma le due armi sono compatibili, si possono fare nello stesso tempo».
I vostri allenamenti come sono organizzati?
«C'è sempre una prima parte di preparazione atletica, da quest'anno anche personalizzata in base alle esigenze dell'atleta. Poi facciamo una lezione singola e gli assalti, in cui vediamo quali sono gli errori da correggere».
Insegnerete anche la sciabola?
«Per adesso no, è un mondo a parte. Quando vorremo farlo ci servirà un aiuto».
Dove vi allenate?
«Alla Spes Arena, dall'aprile di quest'anno. Il palazzetto non ci bastava più, avevamo bisogno di posizionare le pedane fisse, e la Spes ci da questa possibilità. Ci alleniamo il martedì, giovedì e venerdì dalle 17.30 in poi».
Avete altri progetti?
«C'è il progetto Primavera, che coinvolge 6 bambini di 5 anni. Puntiamo molto sul gioco e il divertimento, ma insieme cerchiamo di insegnare i rudimenti della scherma».
Farete delle gare anche a Belluno?
«Sì, le abbiamo in programma il 30 aprile e 1º maggio. Il 30 ci sono le qualificazioni di Coppa Italia zona Nord. È una gara nazionale assoluta, e per la 1ª volta si svolge a Belluno. Il 1º maggio, invece, c'è la Coppa Primavera, per prime lame e esordienti».
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