Bertagno, da Quantin al tetto del mondo. «Lo sci d’erba è divertente, venite tutti a provarlo»

Sci d’erba. Lo Junior pontalpino ha vinto un oro e un bronzo ai Mondiali. «Ho iniziato per caso, vedendo la gente che si allenava vicino a casa»

Ilario Tancon
Michael Bertagno (al centro) il giorno dell'oro Mondiale
Michael Bertagno (al centro) il giorno dell'oro Mondiale

Ha fatto rientro a casa da Stitna nad Vlari carico d’oro e di bronzo, Michael Bertagno.

Il ragazzo di Quantin di Ponte nelle Alpi, classe 2005, è stato uno dei protagonisti più brillanti al Campionato del mondo Juniores di sci d’erba che è andato in scena, parallelamente a quello assoluto, nella località della Repubblica Ceca.

Primo in slalom e terzo in gigante, davvero niente male per l’atleta di Grasski Team Bell1.

«Ho iniziato la rassegna iridata con un bronzo in gigante, che mi ha dato fiducia per le gare successive e con l’oro ho chiuso il cerchio di tutto il lavoro svolto per arrivare fin qui».

Due medaglie, quelle di Stitna nad Vlari, che vanno ad aggiungersi a quelle che avevi già conquistato gli anni scorsi.

«Nel 2023 mi ero messo al collo l’argento in Austria, a Rettenbach, lo scorso anno mi sono portato a casa due bronzi, uno in slalom e uno in superG, dai mondiali di Orlicke Zahori, in Repubblica Ceca. Con le due di quest’anno sono arrivato a cinque. La speranza è di implementare il bottino nel 2026, l’annata che sarà la mia ultima da Junior».

Anche a livello assoluto a Stitna nad Vlari te la sei cavata piuttosto bene.

«Ottavo in gigante, nono in slalom e tredicesimo in combinata. Non male. Ho dimostrato di esserci».

E ha dimostrato di esserci, ancora una volta, tutta la nazionale azzurra guidata da Fausto Cerentin.

«A livello assoluto ci siamo presi quattro ori, con Iori, Gritti e Zamboni, in ambito Junior abbiamo preso medaglie io, Iori e Seganti. Non possiamo lamentarci, ci siamo confermati una delle nazioni di riferimento».

Potrà ampliare il proprio orizzonte lo sci d’erba, finora rimasto sport di nicchia?

«Secondo me ha grandi potenzialità perché è uno sport spettacolare, uno sport nel quale il gesto atletico è molto vicino a quello dello sci. Certo, si raggiungono velocità minori rispetto alla neve ma non andiamo piano: in superG sfioriamo i 90 orari. Invito i ragazzi a provare lo sci d’erba, perché molti lo scartano a priori, senza neanche aver provato nemmeno una volta. Io sono convinto, invece, che se uno prova, poi si entusiasma».

Tu come hai iniziato?

«Per curiosità, nel 2013. Vedevo ragazzi allenarsi qui vicino casa, sulla pista di Barotol, e ho voluto provare. Non mi sono più fermato».

Quante paia di sci usi?

«Due per specialità, una per la gara, una per l’allenamento. Mi piace curare l’attrezzo, è un modo per rimanere tranquillo e allentare la tensione del pre gara».

Quante volte ti allenai a settimana?

«Dalle due alle tre».

La pista preferita?

«Quella di Rettenbach, perché è molto tecnica».

Nel fine settimana Tambre ospiterà le finali della Coppa del Mondo. Con quali obiettivi le affronterai?

«Mi piacerebbe riuscire a confermare i buoni risultati ottenuti nelle ultime settimane».

Per te lo sci è anche neve.

«Sicuramente sì. Lo scorso gennaio sono diventato maestro e ho iniziato a lavorare ad Alleghe. Durante il periodo estivo, invece, faccio il falegname».

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi